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«L'ingegnere vale uno. Tre milioni di elettori hanno scelto Pier Luigi»

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Sa,ero in riunione». Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd ancora non conosce l'ultima bordata che il presidente del gruppo L'Espresso ha riservato a Pier Luigi Bersani, ma immagina perfettamente che nel mirino dell'"ingegnere" sia finito il Pd. De Benedetti dice che Bersani non sarà il candidato premier del 2013. Che «la gente vuole voltare pagina»... «Immagino allora che domani cambierà anche il direttore di Repubblica...sono 20 anni che è lo stesso». Credo ce l'avesse proprio con il segretario... «Grazie al cielo non è un imprenditore che decide chi è il leader del Pd. Che è e sarà Bersani lo hanno già deciso tre milioni di elettori». Ma le cronache dicono che De Benedetti è la tessera numero 1 del Pd? «Una testa, un voto. De Benedetti vale uno, come tutti gli altri. Il giorno in cui ci sarà chi batterà Bersani alle primarie, ci sarà un nuovo leader del Pd. È da qualche tempo che affidiamo a questo strumento di garanzia la scelta dei candidati. Le primarie servono a non commettere errori». Anche quando si perdono? «Le primarie ci garantiscono anche dagli errori nostri. Quando, alle amministrative, le abbiamo perse, avevamo sbagliato candidato. Ma con Bersani non è così». Ci saranno primarie di coalizione? «Intanto dobbiamo chiarire qual è la coalizione. Il Pd ha un progetto per l'Italia e a partire da questo guarderà alla sua destra e alla sua sinistra. Vedremo poi chi sarà d'accordo. Molto dipenderà dalla battaglia in corso per salvare l'Italia». In che senso? «Ci sono forze che tentano di approfittare del nostro sostegno al governo Monti per rubacchiarci qualche voto». Ogni riferimento a persone o cose... «L'Idv sta avendo un comportamento discutibile, Sel si sta mostrando più responsabile. Vede, alcune prese di posizione di Di Pietro sono più faticose da digerire». D'Alema chiama Casini... «Insieme abbiamo fatto due anni di opposizione a Berlusconi. È stato un rapporto pacifico e leale. Vedremo. L'importante è partire dalle nostre idee e no n rincorrere quelle degli altri».

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