La trattativa sul lavoro riparte lunedì ma è in salita

Ilministro Elsa Fornero ha convocato sindacati e imprese per lunedì prossimo. Ed il premier Mario Monti ha confermato che la riforma «come è noto, troverà la sua conclusione per la fine di marzo». Questa riforma «non può essere fatta solo da tecnici, ha bisogno anche di consenso. Il consenso non è facile ma è quello per cui ci stiamo impegnando», ha assicurato Fornero. E «mi piacerebbe tanto che avesse la firma di tre donne. Sarebbe di buon auspicio per il Paese», ha detto il ministro alla vigilia dell'8 marzo. Le tre donne, appunto, al tavolo della trattativa: la stessa Fornero, la leader della Cgil, Susanna Camusso, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Il ministro ha così premuto sulla concertazione (il metodo utilizzato per la riforma delle pensioni varata dal governo senza il confronto con le parti sociali, quando sul Paese pesava l'incubo della crisi, «si può usare una volta sola», ha detto) e auspicato la condivisione della riforma di tutte le parti in gioco. Cgil compresa. Fornero ieri è stata ricevuta dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, con cui ha affrontato proprio il capitolo del lavoro. E alla vigilia dell'8 marzo, il ministro ha indicato come «l'occupazione femminile al 60%» (oggi è al 46,9% secondo gli ultimi dati Istat riferiti al mese di gennaio) «deve essere un obiettivo realizzabile» per il nostro Paese. L'appuntamento di lunedì (il tavolo era stato inizialmente fissato per giovedì primo marzo e poi rinviato) servirà a sciogliere il nodo sulle nuove risorse pubbliche da destinare al sostegno degli ammortizzatori sociali. Motivo per il quale il confronto è stato fatto slittare dal governo. La cifra di cui si è parlato è di circa 2 miliardi di euro: ma per finanziare gli attuali ammortizzatori sociali e rivedere nei prossimi anni il sistema, che comunque secondo il ministro Fornero non andrebbe a regime se non dal 2017, per alcuni tecnici potrebbero però essere necessari almeno 2,5-3 miliardi. Il ministro «sta lavorando per trovare 2 miliardi di risorse aggiuntive, non so se basteranno», ha affermato Marcegaglia. Mentre il segretario del Pd, Bersani, ha sostenuto che «con un paio di miliardi, che si possono trovare, si va verso un nuovo sistema di ammortizzatori». Confindustria si aspetta dal governo una proposta sulla flessibilità in uscita.