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"Violenti invitati ai cortei No Tav"

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La protesta dei No Tav continua. Un giorno occupano le autostrade, insultano le forze dell'ordine, lanciano i sassi. Il giorno dopo li ritrovi vestiti da clown, che ballano e suonano il flauto. In Val di Susa come nel resto del Paese. Il movimento è fatto di più anime, si dirà. C'è la pacifica gente della valle. E ci sono i violenti, gli infiltrati. Nulla, però, è lasciato al caso. Almeno così la pensa Mario Virano, commissario straordinario di governo per la Tav, intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione In 1/2 ora. «Non siamo in presenza di infiltrati, se non marginalmente. Siamo in presenza di invitati - spiega - C'è un'effettiva articolazione all'interno di questo Movimento. Ci sono delle componenti quasi di tipo culturale molto apprezzabili, da parte mia non condivisibili, che si pongono degli interrogativi sul modello di sviluppo, sull'idea di futuro. Poi, ci sono quelle che, invece, ritengono che sia sostanzialmente un'occasione per avere una palestra di particolare rilievo. Però - aggiunge - è il Comitato che dirige tutto, regola il rubinetto della violenza e secondo una lucida convenienza valutata occasionalmente di caso in caso. Se prima c'è una giornata di violenza, la manifestazione successiva deve essere fatta pacifica». I fatti sembrano dargli ragione. Dopo essere finito sui giornali di ieri principalmente per l'occupazione della Tangenziale romana e di altre autostrade lungo la penisola, il popolo No Tav si concede una domenica «di pace». L'appuntamento è al campo sportivo di Giaglione (Torino) per «una passeggiata» verso la baita Clarea, che si trova all'interno delle nuove recinzioni del cantiere della Torino-Lione. Alcune centinaia di militanti - giovani a volto scoperto, famiglie, bambini - si incamminano, cantando e scandendo slogan, per una gita «tranquilla». Su Twitter partono i "cinguettii": «Perino (uno dei leader della protesta, ndr) dalla Clarea: la prefettura di Torino ha emesso l'ordinanza che è scaduta il 3 marzo, oggi è 4 quindi nulla ci vieta di andare». L'obiettivo sono proprio le nuove recinzioni: da ieri «illegali», secondo gli attivisti. Raggiunto il cantiere e armati di cesoie i manifestanti tagliano il filo spinato. A difendere il cantiere ci sono le forze dell'ordine. Non intervengono a bloccare i «pacifisti», ma filmano tutto. Per oltre mezz'ora No Tav e carabinieri si fronteggiano nel bosco, ma non ci sono momenti di tensione. «Abbiamo raggiunto l'obiettivo» dice al megafono Nicoletta Dosio, esponente del movimento. È il segnale della ritirata. «Potevamo andare oltre, ma per oggi basta così. Il filo spinato è stato buttato giù e ci siamo ripresi una parte del territorio. Possiamo essere contenti di questa giornata bella», aggiunge. La giornata, però, non è finita. Un attivista No Tav si arrampica su un traliccio dell'alta tensione, nei pressi del cantiere. Si tratta di Turi Cordaro, detto "Vaccaro", pacifista noto alle forze dell'ordine e non nuovo a simili gesti. È lo stesso traliccio su cui si è arrampicato Luca Abbà, ma stavolta la corrente viene subito disattivata. Meno male che venivano in pace.

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