«Sostegno leale a Monti e non mi ricandido»
«Cisiamo fatti da parte, nonostante avessimo la maggioranza in Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per un atto di responsabilità e di generosità verso il Paese, per cercare un accordo con l'opposizione sulle riforme istituzionali indispensabili per la governabilità del Paese, quelle riforme che da soli non saremmo riusciti ad approvare» dice l'ex premier. «Questo accordo si è rivelato possibile solo mettendo in campo un governo di tecnici, un governo che noi - ribadisce - sosteniamo con convinzione e lealtà». «Non ho davvero intenzione di candidarmi per la sesta volta alla guida del governo ma continuerò ad essere il presidente fondatore del Popolo della Libertà e lavorerò per favorire una stagione di riforme per il mio Paese», è quanto spiega Berlusconi sui propri progetti personali. Berlusconi garantisce anche la volontà di collaborazione sul terreno delle riforme: «Adesso lavoriamo con l'opposizione per cercare di varare le riforme che, lo ripeto, sono indispensabili per modernizzare il Paese e renderlo governabile. Sino ad ora, solo per fare un esempio, i governi non hanno avuto alcun potere». Anche al quotidiano russo, il leader Pdl fa presente che «il presidente del Consiglio italiano non può neppure sostituire un ministro. Dopo il ventennio fascista, infatti, i nostri Padri costituenti, temendo che si potessero nuovamente verificare le condizioni per una dittatura, distribuirono il potere tra le Assemblee parlamentari, il Capo dello Stato eletto dalle Camere e la Corte Costituzionale. Al governo attribuirono soltanto il potere di presentare alle Camere dei disegni di legge, che diventano legge dopo 18-24 mesi, ma se non piacciono alla magistratura di sinistra vengono impugnati da un pm che li porta davanti alla Corte Costituzionale che li abroga».