Pronta la riforma che cambia il Parlamento
È il primo frutto «politico» della nuova maggioranza che sostiene Mario Monti. Pd, Pdl e Terzo Polo hanno pronta la riforma costituzionale che cambierà la composizione di Camera e Senato, i loro poteri, quelli del governo e del premier. Una bozza a cui hanno lavorato in questi ultimi mesi Gaetano Quagliariello del Pdl, Luciano Violante (Pd), Ferdinando Adornato (Udc) e Pino Pisicchio (Api). Ora il testo è sul tavolo dei segretari dei partiti e se arriverà il via libera anche da loro il disegno di legge costituzionale potrebbe essere presentato in Senato a maggio, prima delle prossime elezioni amministrative. Le modifiche principali riguardano il numero dei parlamentari, che saranno ridotti del 20 per cento, l'introduzione della sfiducia costruttiva nei confronti del premier, maggiori poteri al presidente del Consiglio e una profonda revisione del bicameralismo. Queste le modifiche nel dettaglio. Meno parlamentari e più giovani. I deputati saranno 508, di cui 8 eletti nella circoscrizione Estero. È eleggibile chi ha compiuto 21 anni. I senatori saranno 254, di cui 4 per la circoscrizione Estero. Ogni Regione non potrà avere meno di 5 senatori. A Palazzo Madama è eleggibile chi ha compiuto 35 anni, mentre ora ce ne vogliono 40. Bicameralismo eventuale. I ddl vengono presentati al presidente di una delle Camere. Montecitorio si occuperà delle materie contenute nel comma II dell'articolo 117 «potestà legislativa esclusiva dello Stato», mentre al Senato toccherà tutto ciò che riguarda il comma III, sempre del 117, cioè tutto ciò che rientra nella «potestà legislativa concorrente». A Palazzo Madama si istituisce la Commissione paritetica per le questioni regionali che sarà composta dai presidenti delle Assemblee rappresentative delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché da un uguale numero di senatori che rispecchi la proporzione dei membri dell'Assemblea. Questa dovrà dare parere obbligatorio sui disegni di legge che riguardano le materie di cui dovrà occuparsi il Senato. I provvedimenti verranno assegnati ad una delle due Camere di intesa tra i loro presidenti secondo quanto previsto dai regolamenti parlamentari. Viene affidato al regolamento di ogni ramo del Parlamento stabilire i procedimenti abbreviati per i testi dei quali viene dichiarata l'urgenza. Priorità per ddl governo. Il Governo può chiedere che un ddl sia iscritto con priorità all'ordine del giorno della Camera che deve esaminarlo e votarlo entro un certo termine. Più poteri premier. Il premier può chiedere al capo dello Stato di sciogliere le Camere, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, salvo che, entro 15 giorni dalla proposta, le Camere approvino la mozione di sfiducia costruttiva. Il premier può proporre al presidente della Repubblica nomina e revoca dei ministri. La fiducia gli deve essere data da entrambe le Camere. Sfiducia costruttiva. La mozione è sottoscritta da almeno un terzo dei componenti di ciascuna Camera, deve contenere l'indicazione del nuovo premier e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. Deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera (mentre per la fiducia iniziale al Governo basta la maggioranza semplice). Se la mozione passa in una Camera e nell'altra no, la crisi comunque resta e il potere di scioglimento resta nelle mani del capo dello Stato. Pa. Zap.