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«Pdl alle elezioni senza la Lega»

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Alfano: «Speriamo che gli italiani capiscano». La priorità resta l'Udc

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Neigiorni scorsi il Carroccio aveva già chiarito l'intenzione di andare da solo. Ieri è stato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a dare la conferma: «Queste elezioni rappresentano i titoli di coda di un film che sta per chiudersi», ha detto al settimanale Chi. «Gli elettori - ha confermato il segretario Pdl - ci vedranno senza la Lega al Nord, anche se ancora nutriamo qualche speranza». Il motivo dell'allontanamento è evidente: «Per sostenere Monti abbiamo pagato un dazio altissimo. Abbiamo perso un alleato, sacrificando i nostri interessi per il bene dell'Italia. Certo, il Pd non ha sconquassato un'alleanza. Noi abbiamo lasciato Bossi senza guadagnare l'alleanza con Casini. Speriamo - conclude - che i cittadini capiscano e ce lo riconoscano». Il primo a replicare - e per il Pdl fa ben sperare - è stato il deputato dell'Udc Enzo Carra, che scrive su Twitter: «Saggia idea di Alfano: i cinepanettoni non vanno più». Non la vede allo stesso modo il leader de La Destra Francesco Storace: «Questa storia che Alfano ripete ogni giorno, e cioè che il Pdl ha sacrificato l'alleanza per fare il bene dell'Italia, comincia a diventare fastidiosa. Farebbe bene, il segretario del Pdl, a tenersi l'alleanza per fare il bene degli italiani. Noi sappiamo bene che cosa vuol dire interesse nazionale. Basta avere il giusto quid per capirlo». Inevitabile la reazione della Lega: «Nessuna novità. Noi abbiamo detto che non ci saremmo alleati con il Pdl alle Amministrative già un mese e mezzo fa, evidentemente Alfano ha recepito quello che avevamo detto noi. Dov'è la notizia?» chiede il capogruppo della Lega alla Camera, Gianpaolo Dozzo. Soddisfatto, invece, Franco Frattini (Pdl): «Quando noi applaudimmo Alfano segretario, il 1° luglio dello scorso anno, il punto più forte del suo discorso politico fu proprio la necessità di fare la Casa dei moderatì italiani. Da 20 anni Berlusconi parla di questo progetto. È arrivata l'ora di realizzare, facciamolo...». L'ex ministro degli Esteri non ha dubbi: la «priorità» del Pdl, in vista del 2013, è guardare all'Udc, ma, nello stesso tempo, bisogna recuperare il rapporto con la Lega, soprattutto al Nord. Nei mesi scorsi Silvio Berlusconi ha ribadito la necessità di dar vita a un nuovo soggetto politico moderato nel solco del Ppe. Sulla stessa linea anche Alfano e il rischio di un passo falso alle Amministrative sta accelerando la prospettiva di un'aggregazione centrista che guardi oltre i Poli. Frattini sottolinea che «bisogna convincere il maggior numero possibile di parlamentari che il governo Monti va sostenuto in questo momento» e difende l'operato del segretario di via dell'Umiltà, rimandando al mittente le accuse di immobilismo, anche alla luce del caso di Palermo, dove la «linea attendista» ha fatto guadagnare terreno al Terzo Polo. «Angelino non è fermo sulle gambe, né rischia di bruciarsi qualora le elezioni di maggio dovessero andare male. Dobbiamo distinguere le Amministrative, che hanno un carattere certamente locale, anche se si vota da molte parti - dice Frattini - e il progetto politico nazionale che resta. E il progetto politico della "Casa dei moderati", sia chiaro, non lo facciamo mica per le amministrative, ma per le politiche». Il deputato del Pdl Francesco Giro spinge sulle primarie per scegliere il candidato premier nel 2013: «Saranno un evento politico decisivo per le sorti non solo del nostro partito ma della grande alleanza dei moderati e dei riformisti in Italia da mettere in campo per vincere le elezioni politiche del 2013. Ecco perché occorre preparare con cura le primarie che saranno la prova generale per noi moderati delle successive elezioni politiche. Ma dovranno essere primarie aperte, non di partito e neppure di coalizione ma primarie nazionali in grado di intercettare elettori che oggi votano altri partiti». Ovviamente, riconosce Giro, Angelino Alfano è «il candidato prescelto da Silvio Berlusconi». Dunque «è giunto il momento di promuovere un Comitato nazionale pro Alfano». Ma per il segretario del Pdl la strada è lastricata di problemi. Ma anche di obiettivi. Alcuni davvero ambiziosi, come quello di far diventare il Pdl il primo partito sul web per qualità e quantità di presenze. L'ha rimarcato lui stesso al termine del primo appuntamento di un ciclo di formazione organizzato dal Pda (Political digital academy) per i parlamentari a Montecitorio in vista delle politiche del 2013. «La rete potrà servire - ha detto - a spiegare le nostre ragioni e i nostri ideali» e ha sollecitato quindi i parlamentari al «passaparola», per l'inizio di un processo virtuoso che possa propagarsi su scala regionale. In serata arrivano le parole del numero uno dell'Udc, Pierferdinando Casini: «Con Alfano lavoriamo seriamente, così come con Bersani, al sostegno a questo governo. La frattura che c'è stata con il Pdl negli anni scorsi, non può essere rimarginata dal mattino alla sera. Sarebbe poco serio per noi e per loro». Il percorso è ancora lungo, insomma, e gli scenari piuttosto complessi per immaginare un'alleanza che riunisca i moderati. C'è ancora un anno e mezzo prima delle Politiche e considerato lo stato dei due principali partiti italiani, non sarà facile trovare la quadra.

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