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No Tav, Napolitano: violenze inammissibili

La foto di Luca Abbà da notav.info

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Gli scontri in Val di Susa sulla Tav rischiano di infiammare l'intero Paese: proteste e contestazioni non sembrano diminuire di intensità. Interviene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ancora una volta usa tutta la sua autorità per ribadire un fermo «no» a violenza e illegalità. Un «caldo appello a quanti restano non convinti della pur rilevante importanza di quell'opera affinché desistano da comportamenti inammissibili». Contemporaneamente si chiama fuori dal ruolo di arbitro (perché nel caso specifico non gli competerebbe) dicendo no ad un incontro con i sindaci «no tav». In questo quadro, il premier Mario Monti conferma ai suoi interlocutori la linea della fermeza del governo nell'andare avanti su questo strategico progetto. Le parole del presidente della Repubblica arrivano alla vigila del suo viaggio a Torino per un convegno sul ruolo della Magistratura. La visita era programmata da tempo, ma alcuni sindaci della Val di Susa hanno chiesto all'ultimo momento un incontro con il presidente per discutere del progetto Alta velocità. Napolitano spiega così i motivi del suo no: «Non posso aderire a incontri in cui si discutano decisioni come quelle relative alla linea Torino-Lione. Sono decisioni che non mi competono, che sono state via via assunte dalle istanze di governo responsabili e che hanno già formato oggetto, nel corso di parecchi anni, di molte discussioni e mediazioni». D'altronde, è difficile immaginare che il presidente della Repubblica possa fare da arbitro tra contestatori e governo. O che possa ascoltare soltanto una parte di amministratori, quelli contrari alla Tav, e non anche i favorevoli. Il suo ruolo non è quello di arbitro e la figura non può essere strumentalizzata. «In coerenza con la natura del mio mandato e del mio ruolo - spiega - non entro nel merito di contrasti politici». Il Capo dello Stato nel luglio del 2008 aveva ricevuto i sindaci della Val di Susa ma era un momento di programmazione, ben diverso dall'attuale. Napolitano è rimasto impressionato dalle immagini di violenza e degli scontri con la polizia. Più volte ha fatto sentire la sua voce in proposito, a partire dal luglio scorso. E rinnova il monito: «L'espressione del sacrosanto diritto al dissenso - spiega - deve escludere il ricorso a violazioni di legge, violenze, intolleranze e intimidazioni». Il riferimento è proprio a «quelle che si sono purtroppo verificate in nome dell'opposizione al progetto Tav Torino-Lione». Intanto Palazzo Chigi prova anche ad adottare le «maniere buone» per «portare alla ragione» chi è contrario alla Tav. Al termine di un incontro con il premier Mario Monti, infatti, il governatore piemontese Roberto Cota annuncia che il governo ha dato il via libera allo sblocco dei primi 20 milioni di compensazione da parte del Cipe. Ma la protesta non si ferma. I manifestanti hanno bloccato per mezz'ora l'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, a Chianocco. Poi hanno lanciato l'ipotesi di uno sciopero generale della Val di Susa il 23 marzo.

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