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Grillo caccia il "dissidente" "Come Berlusconi con Fini"

Beppe Grillo al

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Grillo come Berlusconi. Il guru dell'antipolitica da una parte spara a zero contro i partiti "proprietari", dall'altra espelle chi non condivide la linea del capo. Il comico genovese ha annunciato l'espulsione dal Movimento a Cinque Stelle di Valentino Tavolazzi, consigliere a Ferrara per una lista civica. Cosa avrebbe fatto costui per essere epurato da Grillo con un post di poche righe pubblicato sul suo blog? Tavolazzi è reo di aver organizzato nel fine settimana a Rimini una convention per formulare proposte in vista delle prossime elezioni politiche. "Non ha purtroppo capito lo spirito del Movimento a Cinque Stelle che è quello di svolgere il proprio mandato amministrativo e di rispondere del proprio operato e del programma ai cittadini - scrive Beppe sul blog - Non certamente quello di organizzare o sostenere fantomatici incontri nazionali in cui si discute della presenza del mio nome nel simbolo o del candidato leader". "Tavolazzi sta facendo più danni dei partiti o dei giornali - si legge ancora nella 'lettera di licenziamento' - Per me da oggi è fuori dal Movimento con la sua lista Progetto per Ferrara. Chi vuole lo segua". "Ma che fa, lo caccia?", sembrano chiedersi i militanti che commentano numerosi. "Si espelle dai partiti, non dai movimenti", scrive Nicola R., mentre Piero M. propone di cacciare dalla sua creatura lo stesso Beppe Grillo. I parallelismi si sprecano. "Lo espelle come ha fatto Berlusconi con Fini", scrive Federico M.. Calca la mano Stefano di Firenze: "Fantastico Beppe Grillo come Hitler! - si legge - 1 vale 1 ma vota solo lui!". Francesco A. spezza una lancia in favore del "decisionismo" del guru. "Stroncare l'avvicinamento ai partiti - avverte -  oppure si fa la fine dei Radicali o dell'Idv con voltagabbana e insulsi politici".   Non tutti lo criticano, dunque, ma la voragine che nelle ultime settimane si è aperta tra Grillo e il suo popolo a 5 stelle si fa sempre più profonda. La fronda secessionista di Rimini - che in vero ha subito  stemperato il suo fervore indipendentista con una rapida retromarcia su tutta la linea  - è solo l'ultimo campanello d'allarme per Grillo, sempre meno in grado di parlare al cuore e alla pancia dei "grillini". È arrivato addirittura a pubblicare in maniera anonima le "intercettazioni"delle conversazioni dei suoi critici sfidandoli a uscire allo scoperto. La polemica sullo ius soli, la difesa della "casta" dei taxi contro le liberalizzazioni, le allusioni su No Tav e "geometrica potenza". I bocconi amari da ingoiare per i militanti, soprattutto per quelli della prima ora, sono ormai tanti. Sembra che Grillo stia perdendo il controllo della macchina proprio nel rettilineo più importante, quello che dopo gli ottimi risultati nelle scorse amministrative porta al traguardo delle elezioni politiche.  

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