La politica riconquisti i cittadini

Lamia opinione è netta: credo che la politica non abbia ancora piena consapevolezza della crisi in cui versa il nostro Paese. Non solo, ma sono sempre più convinto che la politica stessa, pur avendo avuto il merito di consentire la formazione di un governo tecnico, coltivi ancora l'illusione che questa sia in fondo una parentesi e che la parola fra non poco tornerà nelle mani dei partiti. Si tratta, secondo me, di un grave errore.La nascita del governo Monti ha rivelato la crisi del sistema politico italiano agli occhi del mondo e degli italiani. In secondo luogo, il governo Monti ha svelato l'intrinseca debolezza di un bipolarismo che non si può non appoggiare su alleanze, a destra e a sinistra, che rassomigliano più a cartelli elettorali che ad alleanze di governo politicamente coese e programmaticamente affini. La formula del governo Monti, infine, ha posto la questione della competenza come questione centrale e d'ora in avanti irrinunciabile della politica. Si tratta di un problema anticipato da un imprenditore interessato ad una nuova politica come Adriano Olivetti, il quale aveva prefigurato un nuovo sistema politico fondato sulla separazione dei partiti dalle istituzioni, e sulla necessità della competenza come condizione essenziale per il rinnovamento della politica. Se oggi i partiti si illudessero di uscire dalle difficoltà in cui si sono cacciati attraverso brillanti formule e accattivanti progetti politici, commetterebbero un altro errore che li allontanerebbe piuttosto che avvicinarli all'opinione pubblica. La loro crisi si aggraverebbe, mentre la formula dei tecnici, per quanto imperfetta e lontana dalle regole fondamentali della democrazia, sarebbe destinata ad accrescere i propri consensi. La mia opinione è che la politica riacquisterà la fiducia dei cittadini se sarà improntata al rigore, alla serietà, alla lenta costruzione di una prospettiva politica, al paziente confronto e all'investimento nel futuro. Cedere al cambiamento del nome del partito, in un Paese come l'Italia, significherebbe, come dimostra la storia della sinistra, credere che sia possibile saltare i passaggi fondamentali della costruzione, mattone dopo mattone, di un edificio solido e duraturo. Il Presidente Silvio Berlusconi ha meriti innegabili nella storia d'Italia. Solo il pregiudizio e il fanatismo politico fino ad oggi li hanno pervicacemente negati. Fra i suoi meriti più grandi annovero quello di aver reso possibile la formazione e la selezione di una nuova generazione di politici competenti e onesti, capaci di assumere responsabilità di governo. Mentre a sinistra e al centro i leader sono quelli di trent'anni fa, grazie a Berlusconi nello schieramento di centrodestra il rinnovamento è stato profondo e positivo. L'elezione di Angelino Alfano ha rappresentato il simbolo e il risultato più riuscito di questo rinnovamento. Il suo compito è immane, anche perché la figura di Berlusconi è grandiosa e inimitabile. Se vogliamo che il Popolo della Libertà e l'eredità di Berlusconi continuino a vivere nel futuro, abbiano il dovere di lavorare al fianco di Alfano, come ci chiede Berlusconi, con un lavoro certosino per dare consistenza giorno dopo giorno ad una politica rinnovata in grado – o ripeto – di riconquistare la fiducia dei cittadini. * Senatore Pdl