Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Pdl si scopre povero e aspetta l'aiuto dI Berlusconi

default_image

  • a
  • a
  • a

Nelpartito resta la preoccupazione su come «arrivare alla fine del mese» con una tornata elettorale alle porte, quella delle amministrative, resa già difficile dal calo di consensi registrato negli ultimi mesi e dalla mancanza di candidati in Comuni strategici come Palermo e Genova. Sotto la Lanterna, infatti, si è ritirato il candidato scelto dal coordinamento locale ma non gradito da Claudio Scajola. Nel capoluogo siciliano la partita resta apertissima, con Francesco Cascio ancora in attesa di nomination. Il clima interno, insomma, «non è dei migliorì, visto gli ultimi sondaggi e le continue divisioni sul sostegno al governo Monti», ammette un autorevole fonte pidiellina, ma nessuno crede a un «default» in vista delle prossime comunali, visto che il Pdl è saldamente nelle mani di Silvio Berlusconi che lo controlla e lo finanzia attraverso fideiussioni personali bancarie, come si evince anche dall'esame incrociato delle poste scritte nell'ultimo consuntivo 2011 (qualcuno parla di 178 milioni di euro). Certo, resta il problema di individuare le poste attive e passive per redarre il bilancio preventivo dell'anno in corso. E non si tratta di una questione da poco, perché, raccontano, «sussistono delle incertezze sulle entrate e le uscite di cassa» a poco più di un mese dal voto di maggio e bisogna tener conto anche del nodo delle tessere false. Dalle parti di via dell'Umiltà mantengono la bocca cucita. Nessun big o dirigente ha voglia di parlare delle «ristrettezze del primo partito d'Italia». Persino i peones sono abbottonati. In tanti, però, a mezza bocca, denunciano la sfiducia e il malcontento diffuso alimentato anche dal silenzio del Cavaliere che, per ora, lascia ogni incombenza ad Angelino Alfano. Ieri, a Bruxelles per il vertice del Ppe, l'ex presidente del Consiglio ha tagliato corto quando gli hanno chiesto di come il partito affronterà il nodo delle alleanze e della campagna elettorale per le amministrative: «Di questo non me ne occupo io, ma Alfano». Parole che hanno fatto crescere il timore di «un Berlusconi rinunciatario», proiettato già alle politiche e al 2013, quando inevitabilmente, raccontano, anche il Pdl dovrà ragionare su un nuovo contenitore politico di area moderata che guardi al Terzo Polo e al Pd. La «vecchia guardia forzista», però, è convinta che alla fine «Silvio non lascerà nessuno a piedi e ci metterà la faccia come sempre, oltre che i soldi». Gli azzurri si aspettano che già a Orvieto, la prossima settimana, il Cavaliere faccia sentire forte la sua voce. Spetta al segretario Alfano, intanto, sbrogliare la matassa. Non a caso l'ex Guardasigilli va ripetendo da settimane che bisogna cambiare presto il sistema del finanziamento pubblico dei partiti e invita tutti a proporre soluzioni alternative di autofinanziamento. D'altra parte sono mesi che l'ex premier ragiona su una fondazione che si occupi soprattutto di found raising. A rendere più acceso il clima interno è anche il caso del deputato Maurizio Bianconi, il «tesoriere» escluso al vertice di mercoledì a palazzo Grazioli tra il Cavaliere e lo stato maggiore di via dell'Umiltà, presente l'altro rappresentante legale, Rocco Crimi.

Dai blog