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Manager pubblici subito i tagli ai "superstipendi"

L'aula di Montecitorio

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Via libera dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera al parere sul Dpcm che fissa il tetto degli stipendi per i manager pubblici. Il parere prevede che la norma sia immediatamente applicativa e fissa un tetto intorno ai 300mila euro secondo quella che è la retribuzione del primo presidente della Corte di Cassazione. Il parere è stato votato alla stragrande maggioranza dalle due commissioni con due astenuti e il voto contrario della Lega. Al termine della votazione gli esponenti del Pd Gianclaudio Bressa e del Pdl Renato Brunetta hanno spiegato che il parere prevede anche la possibilità per il governo di derogare alla norma per alcuni ristrettissimi casi e motivandolo al Parlamento. Tre di fatto i punti qualificanti del parere legato al Dpcm, ha spiegato Brunetta: "La trasparenza, l'applicazione da subito e il fatto che il governo possa derogare spiegandone le motivazioni al Parlamento". Quanto alle perplessità sulla applicazione del cosiddetto principio della 'reformatio in peius' il Dpcm, hanno spiegato Brunetta e Bressa, "non modifica arbitrariamente contratti di lavoro in essere" perché alla base ci sono delle motivazioni di finanza pubblica.

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