Dl liberalizzazioni, chiesta la fiducia

Il governo ha posto la fiducia al Senato sul decreto liberalizzazioni. E' la quinta volta che l'esecutivo ricorre a questo strumento, e Sandro Bondi del Pdl non manca di far notare che "decretazione d'urgenza e richiesta della fiducia per l'approvazione di importanti provvedimenti" sono "un ulteriore elemento di chiarezza e di verità nel discorso pubblico italiano, per troppo tempo inquinato dall'ideologia, dai pre-giudizi e dalla faziosita'". D'accordo con la decisione il Pd, che con Anna Finocchiaro spiega: "E' filato tutto liscio, a me pare che anche quelli che votano no vorrebbero votare sì alla fiducia sul decreto liberalizzazioni" afferma la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro. Carroccio all'attacco contro il voto di fiducia Fuori dal coro la Lega: "La scelta della fiducia è un abuso perché impedisce al Parlamento di fare il proprio lavoro e alla Lega Nord di esporre le proprie ragioni" dice Roberto Maroni. E Umberto Bossi: "Non si capisce perché, visto che in Parlamento ha tanti voti Monti mette la fiducia. Forse ha paura, perché nonostante la forza, forse è solo apparenza". Poi Maroni e Bossi prendono un'iniziativa: andare alla Corte di Cassazione a presentare un ricorso contro la riforma delle pensioni varata dal governo. I leghisti prevedono grande adesione di popolo all'iniziativa. Intanto sempre Bossi si lascia andare a commentare il futuro personale del premier. Resterà in sella anche dopo le elezioni? "Non so, il Presidente della Repubblica è suo amico, quindi quella è una sponda molto importante". Quanto alla domanda se, oltre a quello di Napolitano, Monti possa ricevere anche il sostegno dei partiti, risponde: "Berlusconi pare che sia suo amico". Dunque, il sostegno del Pdl a Monti rende più difficile il riavvicinamento con la Lega? "E' il contrario di quello che avevamo deciso di fare". Chiarissimo.