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Basta sottobraccisti, lobbisti, rappresentanti di interessi di vario titolo e di differenti poteri economici fuori dalle Aule parlamentari e, soprattutto, dalle Commissioni.

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Dandoseguito alle numerose polemiche degli ultimi giorni, quando i senatori venivano letteralmente travolti da una folla di personaggi interessati allo sviluppo del dl liberalizzazioni, il Consiglio di Presidenza del Senato ha approvato «le linee guida per la redazione di un Regolamento interno della rappresentanza di interessi, al fine di disciplinare i rapporti tra Senatori e portatori di istanze della realtà economica, sociale e culturale alla luce dei principi del pluralismo e della trasparenza». Insomma, a Palazzo Madama sarà istituito un apposito registro, suddiviso per settori di attività, da pubblicare sul sito del Senato, nel quale saranno elencati gli enti e le associazioni che richiedono gli accrediti, con l'indicazione delle persone fisiche abilitate all'accesso. Il Regolamento definirà la disciplina delle presenze dei «lobbisti» nei giorni di seduta dell'Assemblea e delle Commissioni e l'eventualità di sanzioni per comportamenti ritenuti lesivi del libero esercizio del mandato parlamentare. Un passo avanti verso la soluzione di un annoso problema, ma non ancora abbastanza perché, come ha detto il numero uno di Api, Francesco Rutelli, per i lobbisti «è fondamentale» che ci sia un sistema di «regole» e «noi insisteremo sull'emendamento per istituire un registro dei lobbisti».

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