"Prima gli incassi statali, poi il fondo taglia tasse"
Arriva dal Messico, dove è il corso il G20, l'indicazione al premier Monti su dove puntare ora la bussola dell'azione di governo. Il numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco, ha spiegato che «dopo Cannes resta l'idea che bisogna verificare la risposta del paese ma c'è stata una messa in sicurezza notevole sul bilancio, e sulla crescita bisogna insistere anche a livello europeo». Insomma il rigore va bene. La serietà pure. E non a caso Visco si è detto implicitamente d'accordo con la posizione del premier Monti di non inserire nella manovra fiscale il fondo per la riduzione delle tasse da alimentare con i proventi della lotta all'evasione. Ma il rigore da solo, a dispetto della vulgata comune, non favorisce la crescita. Il Vecchio Continente sta subendo gli effetti di una forte crisi finanziaria vissuta a fine 2011 mentre ora le previsioni parlano di recessione (la stima per l'Italia diffusa lo scorso sabato al Forex da Visco parla di un -1,5%). Stime che devono poi fare i conti con una serie di fattori, uno dei quali il forte prezzo del greggio. Per il nostro paese dunque rimane l'attenzione vigile del G20, della Ue e degli organismi internazionali stabilita a Cannes (dove fu deciso il monitoraggio del Fmi pur in assenza di un programma di aiuti): «Resta l'idea che bisogna verificare la risposta del paese» ha spiegato il numero uno di Via Nazionale ma ora possiamo contare sul risanamento dei conti pubblici come pubblicamente riconosciuto al governo Monti in più occasioni dai partner europei e internazionali. Certo l'Italia deve proseguire sul cammino delle riforme che la crisi ha accelerato e deve farlo in un modo «che sia il più organico e omogeneo possibile». «Stiamo tutti impegnati a risultati il più possibile permanenti» ha aggiunto. Il governatore, già capo economista dell'Ocse, ha concordato con quanto rilevato dall'organizzazione nel suo rapporto sulla crescita: la crisi sta spingendo i paesi a compiere quelle riforme strutturali rimandate da anni e si sta ribaltando l'idea che nei momenti difficili queste vadano accantonate. È difficile dire però se le riforme strutturali portino effetti recessivi, «dipende». Le misure vanno valutate una ad una. In attesa dei decreti futuri che dovranno rimettere in moto la macchina produttiva italiana Visco ha apprezzato la decisione di Monti di non creare il fondo subito il fondo dove accantonare i proventi della lotta all'evasione per abbassare le tasse dal 2014. Una scelta saggia per evitare spot e inutile propaganda. Ma a che ha anche e soprattutto una ragione contabile ed economica. E cioè che era inutile creare un fondo per non metterci dentro nulla. Le risorse recuperate dall'evasione saranno infatti impiegate per finanziare il calo del gettito dovuto alla recessione in atto. Solo in questo modo probabilmente sarà evitata una ulteriore manovra. A margine dei lavori del G20, Visco ha spiegato i temi al centro della riunione: la cooperazione mondiale, la riforma del sistema finanziario, il mercato del petrolio «dove c'è tensione» e il processo di costruzione della rete di protezione finanziaria in Europa. Infine un'analisi sulle banche e il sistema finanziario. Le misure straordinarie della Bce sono temporanee e gli istituti di credito dovranno pensare a come «sostituirle». Solo dopo l'analisi degli effetti dell'operazione di febbraio si valuterà se compierne una terza. Per questo si vedrà «se e come gli istituti di credito hanno investito, anche in titoli di stato perché non ci sarebbe nulla di male a farlo». Intanto il fisco targato Monti riscuote il consenso anche del presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Ha fatto bene Monti a dire candidamente che quando ci saranno e saranno cospicui i proventi della lotta all'evasione si deciderà cosa farne». Che comunque ci sia un problema di pressione fiscale troppo alta sembra chiaro. Anche nelle carte che accompagnano l'emendamento dell'Ici sulla Chiesa e gli altri enti non commerciali si spiega che il gettito andrà alla riduzione delle tasse. Forte anche l'appello che arriva dalla Confcommercio: «Sfumata l'ipotesi di intervenire da subito con misure di sostegno ai redditi più bassi, resta confermata tutta la necessità e l'urgenza di un rapido avanzamento della spending review» per sostenere la domanda e rilanciare misure di crescita.