ReazioniGli esercenti mettono in guardia: «Venerdì era bel tempo. Gli 007 del Fisco non dicano che i guadagni sono stati più alti perché c'erano loro» Commercianti in rivolta: «Roba da inquisizione. I turisti erano allibiti»
Dopoil blitz dell'Agenzia delle Entrate, a Trastevere si respira lo stesso malumore che ha avvelenato i colleghi di Cortina sotto Natale. Perché, ne sono convinti, «è solo un modo per criminalizzare una categoria» e, non di meno, «siamo già tartassati durante tutto l'anno, qui ogni mese siamo sottoposti a ogni genere di ispezioni». I controlli sono avvenuti di venerdì sera, quando i locali – tradizionalmente – sono pieni. Lo erano anche questo weekend, ed è il primo punto che fa discutere: «Sono arrivati intorno alle 10 di sera – raccontano dalla pizzeria Dar Poeta – e hanno bloccato tutto. Tra chi chiedeva informazioni a cuochi e cameriere e chi invece voleva visionare i vari registri, hanno tenuto impegnati i nostri dipendenti fino alla chiusura alle 2 di notte. Quindi un danno economico, oltre che d'immagine perché tante persone non capivano cosa stesse succedendo». Gli ispettori hanno controllato la maggior parte dei locali della movida romana, comprese alcune attività commerciali: «L'unica cosa apprezzabile – allarga le braccia Stefania, titolare del ristorante Checco er Carrettiere – è che non hanno dato troppo nell'occhio: sono entrati come normali clienti, e una volta che hanno appurato che gli avevamo fatto lo scontrino si sono presentati, almeno per tutta la serata non hanno attirato l'attenzione dei presenti». Battuto da cima a fondo anche vicolo del Cinque: «Alle 11 sono stato costretto a chiudere, mi vergognavo – non condivide la filosofia del blitz Tony del ristorante Al Moro – sono stati gentilissimi e cortesi, il problema non sono i modi ma gli stessi controlli: nel giorno di maggior lavoro, hanno bloccato l'attività mia e dei dipendenti. Perché invece non entrano, contano tutte le persone e poi mi invitano lunedì, con calma, nei loro uffici per verificare il fatturato?». Dicono di sentirsi nel mirino anche perché, libri contabili alla mano, «a Trastevere ci controllano in continuazione – incalza Giuseppe dal bar La Malva – tra Ispettorato del Lavoro, Finanza, Agenzia delle Entrate, Asl, Inps, le ispezioni qui sono quasi mensili. Già abbiamo problemi con i vicini, che contestano la movida, poi l'ordinanza antialcol, e relative sanzioni, ora la moda di scovare i furbetti: sembra proprio che ci vogliano far chiudere per disperazione». Mentre si aspettano gli esiti, gli esercenti mettono in guardia: «Che non salti fuori che abbiamo guadagnato di più rispetto a venerdì scorso: era caldo ed abbiamo messo i tavoli fuori, non c'è paragone».