Pillola del giorno dopo: tentativo di intimidire gli obiettori
Inoccasione della presentazione di un libro, l'Associazione Luca Coscioni annuncia diffide e procedimenti giudiziari. «La pillola in questione non è un farmaco abortivo, come la RU486, ma una terapia contraccettiva d'urgenza che va somministrata il prima possibile - ha dichiarato Filomena Gallo - Il farmacista non può fare alcuna obiezione di coscienza, deve invece limitarsi a somministrare un farmaco che viene peraltro richiesto con regolare prescrizione medica. Non hanno quindi alcun fondamento legale tali dinieghi e nessuna norma li supporta, mentre la mancata somministrazione dei farmaci è un reato civile e penale. È ora di dire basta. Abbiamo così deciso di aiutare le donne a risolvere immediatamente il problema denunciando il fenomeno e mettendo nel nostro sito un modulo di esposto ai farmacisti che negano questo tipo di terapia. Le donne possono usare questo strumento, in via immediata e a costo zero, per far valere i propri diritti. A queste donne forniamo la nostra completa assistenza legale». L'ipocrisia di quanto asserito sta tutto nel termine «terapia». Come se appunto una gravidanza fosse una patologia. Cosa assolutamente infondata. Ma sempre ieri la Bonino si è spinta oltre, chiedendo il ritiro della licenza per i farmacisti che si rifiutano di dispensare la pillola. «Questo atteggiamento non è una novità - replica il presidente dell'Unione cattolica farmacisti italiani Piero Uroda - Noi riteniamo falso quello che sostengono sia dal punto di vista scientifico e farmacologico che sul piano dell'obiezione di coscienza. Per quanto riguarda il primo aspetto, suffragato da adeguata documentazione, sosteniamo che il principio di abortività del farmaco è innegabile. Chi afferma il contrario si fonda su cavilli semantici riferiti a definizioni di comodo dell'Organizzazione mondiale della sanità prive di valore giuridico. In base a cosa - aggiunge Uroda - si stabilisce che la gravidanza inizia 5 giorni dopo il rapporto? Noi riteniamo legittima la nostra scelta. È una classica battaglia di disinformazione, tipica dei regimi illiberali. Si parla di contraccezione d'emergenza. Ma il termine contraccezione indica altro, ovvero la mancanza di incontro tra gameti. Con una barriera meccanica, come nel caso del preservativo, chimica, con lo spermicida oppure con la pillola quando impedisce l'ovulazione. È chiaro che la Chiesa è comunque contraria, ma qui entriamo nel campo morale. La nostra opposizione invece ha basi scientifiche». E per l'obiezione di coscienza? «La legge c'è e ci tutela - sostiene sicuro Uroda - Riteniamo che quella attuale sia una copertura giuridica adeguat. Non abbiamo timori: se si finirà in tribunale, faremo valere le nostre ragioni». L'associazione Coscioni ha anche annunciato una diffida nei confronti dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, per l'immissione in commercio «con modifiche improprie» della pillola RU 486 per l' aborto farmacologico. An. Ac.