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Monti non si candida: «Resto fino al 2013 e poi torno alla Bocconi»

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IlPresidente del Consiglio, Mario Monti, parlando all'Università Bocconi ha sgombrato il campo da ogni dubbio sul prosieguo della sua permanenza a Palazzo Chigi. «Sono molto commosso» ha confessato Monti, prendendo la parola in occasione della cerimonia inaugurale dell'anno accademico 2011-2012 dell'Università Bocconi, mentre ricordava che «è la prima volta che vengo alla Bocconi da esterno, da invitato, ospite, dopo il 1961, quando venni qui per chiedere il modulo di iscrizione come studente. E mi trovo ad essere persona alla quale viene dedicato un libro (Una vita in Bocconi di Luigi Guatri e Marzio A. Romani, sulla vita di Guatri) che racconta la vita in Bocconi di una personalità che, «a mio giudizio e a giudizio di molti, è quella che ha lasciato e non ha ancora finito di lasciare la traccia più incisiva di sviluppo e continuità». Il presidente Monti ha detto di trovare «conforto» quando pensa all'università Bocconi, «alla parte togata e agli studenti». «Nel Governo - ha sottolineato - cerchiamo di sentire e ora sentiamo anche senza sforzo il loro fiato innovatore perché siamo sempre coinvolti in modalità e riti collegiali di presa delle decisioni, come è giusto in un Paese in cui ci sono tante categorie e forze che sono rappresentate e devono partecipare alle decisioni o perlomeno devono essere ascoltate. Perché credo che il diritto dovere di decidere spetti essenzialmente al Parlamento e al Governo». Il presidente del consiglio ha però sottolineato che «non è quasi mai seduta ai quei tavoli, spesso sconfinati, la voce di coloro per i quali ogni governo deve sforzarsi di lavorare, cioè la voce dei giovani e delle generazioni future». I suoi giovani quelli della Bocconi gli hanno comunque tributato una standing ovation al suo ingresso nell'aula magna dove è stata celebrata l'inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo milanese.

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