"Mezza giustizia è fatta"
Soddisfazione per come si è concluso uno dei processi «inventati» contro di lui, ma anche una buona dose di rimpianto per non essere riuscito ad ottenere l'assoluzione piena da accuse «assurde». Con chi ha avuto modo di parlare con lui, Silvio Berlusconi ha manifestato queste due sensezioni dopo la sentenza di proscioglimento per prescrizione al processo Mills. Il suo primo commento a caldo, con chi gli stava vicino, è stato di sollievo, perché i giudici, contrariamente a quanto sosteneva il rappresentante dell'accusa Fabio De Pasquale, hanno riconosciuto che il processo era già prescritto. L'esultanza del Cavaliere nasce proprio dal fatto che non è passato quello che lui ha definito il «monstrum» giuridico che avrebbe bloccato la prescrizione. L'ex, però, non è del tutto rasserenato: chi lo ha sentito riferisce che accanto alla soddisfazione per aver evitato la condanna c'è anche «rammarico» per il fatto che non ci sia stata l'assoluzione piena che tanto «auspicava». È un verdetto che «lascia un po' di amaro in bocca», confida. Berlusconi , sereno ma non troppo, ha scelto di non presentarsi in Aula. Ha seguito l'udienza - in costante contatto con i suoi legali - da Roma prima, da Villa Certosa (in Sardegna ) poi. In un primo momento aveva anche rinunciato al suo Milan, impegnato a San Siro nella partita di cartello contro la Juventus. Dopo il verdetto, però, ha cambiato idea ed è volato a Milano. Dopo la sentenza «ho fatto un commento stringato - confida ai giornalisti che lo braccano appena arrivato allo stadio - Volete sentirlo? Mezza giustizia fatta». Tutti i suoi fedelissimi battono sul tasto dell'assoluzione che avrebbe dovuto esserci e che fa gioire un po' meno il Pdl. Bersani non può fare a meno di osservare che se Berlusconi vuole davvero essere riconosciuto innocente dall'accusa di aver corrotto l'avvocato Mills dovrebbe fare una cosa semplicissima: «Rinunciare alla prescrizione», e dare ai giudici il tempo di pronunciarsi nel merito. Il suggerimento del segretario del Pd viene accolto nel partito del Cavaliere con una scrollata di spalle. Troppa è la mancanza di fiducia del Pdl verso gli inquirenti milanesi per prendere in considerazione una simile ipotesi. La rabbia si concentra sul pm Di Pasquale, colpevole, per i pidiellini, di aver cercato una forzatura per non far dichiarare prescritto il reato di cui Berlusconi era accusato. «La sentenza non mi soddisfa perché Berlusconi è innocente e vedremo se si procederà con il ricorso. A Milano era in corso una lotta personale di De Pasquale contro Berlusconi - spiega, ad esempio, Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl alla Camera - Se la giustizia non funziona, non funziona perché una parte della magistratura continua a usare a fini politici la giustizia. Siamo stufi - dice - di un clima che continua da 15 anni dove l'altro e un nemico da abbattere. La prescrizione è uno dei punto cardine del diritto, ci dovremmo chiedere come mai in Spagna se un giudice usa in maniera impropria il suo potere viene radiato dall'ordine. «Non capisco - aggiunge l'esponente del Pdl - come mai nel caso di Berlusconi sono venuti meno i diritti della difesa, negando la possibilità di poter presentare i testimoni della difesa. Io non capisco come mai in Italia siamo davanti a un'anomalia per l'assenza della responsabilità civile dei magistrati. Occorre deporre le armi e riflettere sul futuro della giustizia». Dello stesso avviso Gaetano Quagliariello: «In un Paese normale il processo Mills non sarebbe mai cominciato, ma il pronunciamento della prescrizione ha almeno riconosciuto che il pervicace tentativo della Procura di Milano di vedere a tutti costi condannato un innocente si era spinto fuori tempo massimo».