Come evitare di vendere il Paese ai saldi
Ammorbidire le tutele del posto fisso, privatizzare tv, trasporti ed energia. Sono tutte teoricamente condivisibili le raccomandazioni dell'Organizzazione per lo sviluppo economico (Ocse), ma se poi passiamo dalla teoria alla pratica qualcosa non torna. Perché un Paese come l'Italia deve rendere contendibili a tutti gli altri soggetti del mercato i suoi settori chiave e la Francia invece li protegge? Perché noi dobbiamo privatizzare tutto e altri Stati si tengono ben stretti i campioni nazionali? E chi decide il destino della Rai? Il governo o il Parlamento? E siamo sicuri che bisogna davvero venderla? Chi la comprerebbe? Così non va, ma sono sicuro che potrebbe anche essere peggio asservita e soprattutto spolpata di valore. Non è forse il caso di immaginare un modello di servizio pubblico che funziona ed è realmente autonomo rispetto ai partiti politici? Sono interrogativi ai quali l'Ocse non può rispondere perché fanno parte di una cosa chiamata dibattito democratico. So bene che le decisioni in questo Paese si prendono spesso fuori dal Parlamento, tuttavia a volte non funziona così. I governi governano, ma sono le Camere a fare le leggi e a questa regola non sfugge neppure l'Italia. Una politica di privatizzazioni - necessaria - va comunque condivisa, resa trasparente e messa al servizio dei cittadini. A questi corsi di Borsa c'è qualcosa da vendere?Niente. Si realizzano minusvalenze, si fa un danno ai contribuenti. Fare shopping in Italia è facilissimo perché le nostre leggi non proteggono nessuna società quotata dalle scalate ostili. Dove c'è crisi di liquidità - e in Italia c'è - chiunque sbarchi con un po' di cassa disponibile ha grandi possibilità di acquistare pezzi interi del sistema produttivo. Abbiamo aziende piccole, indebitate e sottocapitalizzate. Se fossimo stati un Paese serio sul piano legislativo e giudiziario a quest'ora una serie di multinazionali avrebbero fatto la spesa senza neppure chiedere il permesso. Verrebbe da dire: per fortuna siamo arretrati. Invece no, dobbiamo innovare e crescere. Altrimenti ci compreranno in saldo.