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Una lezione agli scassaconti

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Il Parlamento è sovrano, ma non è né al di sopra né al di sotto della legge. La lettera del Presidente della Repubblica che stigmatizza l'uso spregiudicato degli emendanenti per infilare qualsiasi cosa in una legge che regola una certa materia, è sacrosanta. Fin troppe volte si sono chiusi gli occhi - da parte di tutti - su una consuetudine che ha consentito di sfasciare l'ordinamento, produrre clamorosi strafalcioni giuridici, favorire lobby poco trasparenti e produrre spesa occulta che finisce sul groppone dei contribuenti onesti. È vero, la decretazione d'urgenza usata da questo governo è abnorme, ma siamo in una fase di totale emergenza. È una situazione de facto ineludibile per chiunque abiti sulla terra. I governi - di qualunque colore - hanno un disperato bisogno di una «legislazione motorizzata» che solo i decreti possono garantire. Non è una questione di destra o di sinistra, ma di risposta alle sfide della contemporaneità. Con legge ordinaria non si va avanti, ma indietro. Il tempo passa e la realtà travolge tutti. La lettera di Napolitano ha irritato il Pd. Penso che gli amici democratici sbaglino. Il Quirinale non contesta al Parlamento di intervenire nel merito dei provvedimenti in esame, chiede solo il rispetto della regola che si emenda sul tema specifico e non per regolare altra materia e fare i furbacchioni. È pacifico che Montecitorio e Palazzo Madama abbiano tutta l'autonomia che la legge consente, ma è altrettanto certo che se discuto di cipolle non posso presentare un emendamento che si occupa di arance. Non c'è da strillare come signorine immature né da accigliarsi come parrucconi se il Quirinale esercita il suo ruolo di custode della Costituzione, nonché di promotore di un governo d'emergenza nato perché i partiti non hanno saputo far altro che alzare le mani di fronte alla propria inadeguatezza. Vale per il Pdl e soprattutto in questo caso per il Pd. Se il partito di Bersani bofonchia sulla lettera diNapolitano, allora non ha ben compreso lo scenario. Al Quirinale non c'è un notaio, ma un uomo che viene dai partiti, è stato in minoranza nel suo partito e sa quanto siano fondamentali i movimenti politici per la vita democratica. Finché non scassano i conti a fini poco pubblici e molto privati.  

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