Confindustria attacca: il sindacato tutela ladri e fannulloni
Nel pieno della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro, con il dialogo che si è incagliato nelle secche dell'articolo 18 e degli ammortizzatori sociali, ecco che ieri è arrivata la bordata del presidente della Confindustria. «Noi non vogliamo un sindacato che protegge gli assenteisti cronici, i ladri, i fannulloni» ha rilanciato Emma Marcegaglia intervenendo a un convegno di Federmeccanica. E spiega: «Non vogliamo abolire l'articolo 18 ma poter licenziare coloro che non fanno bene il proprio mestiere». Quanto alla reintegra «deve rimanere per i casi discriminatori». Il presidente di Confindustria ribadisce che la sua non è una crociata contro l'articolo 18 che, modificato, «da solo non risolve i problemi». Il nodo è di «una maggiore flessibilità in uscita che aiuterebbe le imprese, rendendo il mercato più fluido». Per la leader degli industriali va rivista anche «la flessibilità cattiva in entrata» per contrastare «gli abusi». Marcegaglia quindi fa appello «a tutto il sindacato riformista» in modo che si unisca alle imprese per «portare avanti questa questione molto delicata» e avverte: «una revisione dell'articolo 18 sarà difficile ma noi non molliamo». Il numero uno di Confindustria ha anche ripetuto il no all'abolizione della cigs, per almeno due anni. «Siamo in un momento di crisi drammatica, di recessione anche se per il 2013 si prevede una ripresa. Ma l'impatto delle ristrutturazioni e delle riconversioni industriali farà sentire i suoi effetti almeno per tutto il 2013». Infine si è detta d'accordo a che il governo vada avanti sulla riforma del lavoro anche senza accordo. Immediata la levata di scudi della Cgil. «È offensiva» replica il segretario Susanna Camusso e ha chiesto una «smentita delle affermazioni». Smentita che non c'è stata, anzi la Marcegaglia ha rincarato la dose: «Nessuna mancanza di rispetto per i sindacati ma a volte l'articolo 18 diventa un alibi dietro il quale si possono nascondere dipendenti infedeli, assenteisti cronici e fannulloni». Il leader della Cisl Raffaele Bonanni invece mette in guardia il governo dalla tentazione «di rompere la trattativa per fare quello che vuole». E avverte: inchioderemo il governo alle sue responsabilità. Replica stizzita alla Confindustria anche dalla Uil. «Non proteggiamo assenteisti cronici né ladri. Gli imprenditori possono dire altrettanto?» Il segretario generale Luigi Angeletti poi torna a diferendere la cig è «lo strumento principe con cui gestire le situazioni di crisi». Quanto al sussidio di disoccupazione va visto, dice il sindacalista, «a quanto ammonta e quanto dura». Va inoltre chiarito se l'indennità «riguarderà solo coloro che hanno lavorato e che il lavoro lo hanno perso». Ma il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha intenzione di tirare dritto. «L'accordo è possibile ma anche se non ci fosse, non ho timore dell'esame del Parlamento» ha detto dopo un'audizione alla Camera. Fornero ha poi precisato che «fare una grande riforma dell'assistenza non è nel nostro compito perché non abbiamo le risorse. Il nostro compito più modestamente è fare in modo che non ci siano sprechi e che ci sia un elenco di priorità, condivise e condivisibili, così che si veda dove sono messi i soldi». «Quello che dobbiamo fare in campo assistenziale è una oculatissima gestione. Abbiamo evitato tagli e questo, viste le condizioni, è indice di sensibilità e impegno del governo», ha aggiunto. Il ministro ha comunque assicurato che sarà fatta una «valutazione delle risorse per vedere se alcune si liberano e si possono utilizzare». L'obiettivo è di «scardinare lacci e lacciuoli pesanti che ostacolano la capacità del Paese di crescere». A sostegno del sindacato è sceso in campo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Se non ci sarà accordo, il Pd valuterà in Parlamento quel che viene fuori sulla base delle nostre proposte. Il sì non è scontato». La trattativa riprenderà domani e sarà focalizzata sugli ammortizzatori sociali.