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Bombassei: Marcegaglia ha esagerato nell'attacco ai sindacati

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L'associazioneindustriale è di fatto spaccata sui due candidati, Squinzi e Bombassei e più si avvicina la faditica data della designazione, più lo scontro si fa serrato con accuse reciproche di complotti e di promesse di poltrone. Il faccia a faccia tra i due imprenditori ha assunto il carattere del confronto di due modi diversi di concepire il futuro di Confindustria. Conservativo quello di Squinzi che si pone nel solco della continuità con l'attuale presidenza. Non a caso è sostenuto dalla Marcegaglia e dalla sua squadra. Riformista quello di Bombassei che promette di cambiare la struttura e di fare piazza pulita di un sistema elefantiaco, costoso e burocratico. La dichiarazione dell'ad della Fiat Sergio Marchionne a sostegno di Bombassei ha rimesso tutto in discussione sparigliando i pronostici che davano Squinzi in vantaggio. Marchionne non solo ha detto chiaro e tondo che il numero uno della Brembo ha tutte le qualità e il programma giusto per sedere sulla poltrona della Marcegaglia ma ha fatto qualcosa di più: ha prospettato l'ipotesi che in caso di vittoria di questo candidato, Fiat potrebbe anche tornare in Confindustria. Tanto è bastato per scatenare l'offensiva del «partito» pro Squinzi. Marcegaglia ha risposto con un secco «no comment» a chi le sollecitava una dichiarazione. Ma ci hanno pensato altri vertici confindustriali a replicare al manager della Fiat. «Il presidente di Confindustria sarà votato da chi è iscritto in Confindustria e non da chi è fuori» ha detto acido Vincenzo Boccia, attuale vicepresidente e presidente della Piccola Industria. Poi ha richiamato Marchionne al «rispetto di queste regole giacchè si tratta di una questione di stile, di metodo, di identità e di rispetto della intera comunità». Con o senza Marchionne, Bombassei non ha intenzione di mollare la presa. Ha inviato una lettera agli imprenditori sottolineando che Confindustria «deve cambiare in profondità, deve essere efficiente ed autorevole, più associazione e meno apparato burocratico». E soprattutto deve essere «equidistante dalla politica». Bombassei sottolinea che «Marcegaglia all'inizio ha forse ecceduto in un'adesione troppo intima alla politica, poi se ne è allontanata ma e in entrambi i casi ne abbiamo scontato le conseguenze». Stroncatura secca anche della dichiarazione muscolare della Marcegaglia contro i sindacati («proteggono lardi e assenteisti»). «Ha esagerato, un passo falso» ha detto Bombassei pur ribadendo che «l'articolo 18 va modificato». Quanto all'endorsement dell'ad della Fiat, dice: «Condivide il mio programma di cambiamento, che è la stessa ragione per cui ha lasciato Confindustria». Le bordate all'attuale gestione non sono finite qui. Commentando le parole di Luca di Montezemolo, secondo cui nella corsa per la guida di Confindustria non si deve pensare a occupare poltrone, Bombassei ha spiegato che il numero uno della Ferrari si riferiva a Squinzi e Marcegaglia. Ieri si è fatto sentire anche l'ex presidente Luigi Abete. «Sono fiducioso che Fiat rientrerà in Confindustria, indipendentemente da chi sarà il vincitore» ha detto diplomaticamente. Per Abete «la dichiarazione di Marchionne non va letta come una entrata inadeguata, ma positivamente». L.D.P.

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