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I deputati lasciano il ristorante della Camera: «Prezzi troppo alti». A rischio i camerieri

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«Inseguito a uno sciopero, il servizio sarà erogato in maniera ridotta» spiega un cartello all'ingresso del ristorante di Montecitorio. E in effetti tra i tavoli delle due sale non si aggirano i camerieri solitamente addetti a portare le pietanze, ma alcuni dipendenti della Camera, i dirigenti dell'azienda Compass, appaltatrice del servizio di ristorazione, e uno sparuto gruppo di lavoratori interinali. Lo sciopero è stato deciso dai dipendenti della Compass perché l'azienda ha loro comunicato che l'orario di lavoro (e dunque lo stipendio) sarebbe stato ridotto. Da un mese, infatti, la Camera ha deciso, per tagliare i cosiddetti costi della politica, di non tenere aperto il ristorante veloce il lunedì, il giovedì e il venerdì sera. L'ufficio di presidenza della Camera l'aveva infatti considerato un costo eccessivo rispetto al numero di pasti erogati. L'azienda spiega che l'accordo sindacale sulla riduzione dell'orario era stato raggiunto, ma ieri mattina, i camerieri hanno deciso comunque di incrociare le braccia. È già successo al ristorante del Senato. Ancora quest'estate, quando è esploso il caso dei prezzi stracciati praticati a Palazzo Madama, i senatori pagavano 2,68 euro per una bistecca di manzo e 5,23 euro per una spigola. Secondo i calcoli, al momento del conto ai senatori veniva chiesto un importo pari al 13 per cento del costo effettivo delle pietanze consumate: la differenza la metteva l'amministrazione del Senato. Di fronte alle polemiche, l'ufficio di presidenza del Senato è corso ai ripari. Oggi per un pasto medio si spendono circa 30 euro, ma il risultato dell'adeguamento dei prezzi è stato la fuga dei senatori. Allora la Gemeaz cusin, la società che ha preso la gestione della ristorazione al Senato, ha annunciato la cassa integrazione per nove dipendenti. Ma i senatori questori hanno imposto alla società di mantenere tutti i dipendenti, pena «il risarcimento dei danni cagionati dal mancato adempimento delle obbligazioni contrattuali».

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