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«Ora siamo meno vicini al baratro».

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L'Europapuò tirare un sospiro di sollievo: il rischio di contagio della Grecia, almeno nell'immediato, è «scongiurato». I Paesi dell'Eurozona hanno compiuto «significativi passi avanti», come nel caso dell'Italia che ora è «meno vicina al baratro di quanto non lo fosse tre mesi fa». Ora, però, l'imperativo deve essere quello della crescita e dell'occupazione. Monti indica la rotta che sia l'Europa che il nostro Paese devono seguire, senza, però, «perdere di vista nemmeno un momento la necessità di tenere al sicuro di conti». Un impegno forte, attestato, dalla lettera sulla crescita firmata da 12 Paesi, tra cui l'Italia, inviata ai presidenti del Consiglio e della Commissione Ue e, ricorda Monti, «destinata al Consiglio europeo dell'1-2 marzo». «Sicuramente occorrono misure più incisive per crescita, occupazione e welfare», incalza il premier, sottolineando come «finora abbiamo agito in un orizzonte limitato e con risorse limitate». «Fin dall'inizio, ci siamo convinti - spiega- che crescita, occupazione e welfare sono tre valori importanti che avrebbero molto sofferto se noi, con l'obiettivo di perseguirli dal primo giorno, vicini all'orlo di quel famoso baratro, non avessimo dato la priorità alla non caduta nel baratro». L'accordo raggiunto sulla Grecia, oltre a «togliere i rischi immediati di contagio», secondo Monti, «sospinge un Paese importante della Ue, che ha una tradizione culturale ed un apporto da dare molto significativo, a riconciliarsi». E allontana così il rischio «della deviazione dell'euro dalla più perfetta costruzione immaginabile a fattore di disgregazione e tormento reciproco tra Paesi». Monti ammette comunque che sul salvataggio della Grecia «forse si poteva agire più rapidamente, a cominciare da due anni fa». Ma, chiosa il premier, «c'è sempre una prima volta anche per i Paesi europei e il caso greco è stato così nuovo per gli aspetti politici ed economici». Quanto alla reazione, considerata scettica dei mercati alla notizia dell'accordo, «le Borse devo dire sono importanti ma non sono mai stato persuaso - evidenzia - che dobbiamo leggere lì il pronostico sull'efficacia delle misure che devono essere prese». «Mi sembra coerente - dice - che l'impatto di una misura come quella presa si colga più nella dinamica dei tassi di interesse che non sui corsi azionari». La conferenza stampa a Bruxelles è poi l'occasione di fare il punto delle relazioni con i singoli Paesi membri dell'Ue. Monti sottolinea «con gratitudine l'atteggiamento che Francia e Germania, il presidente Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel, hanno avuto sin dal primo momento». «Quando dico che il primo risultato conseguito di toglierci dal baratro è stato tutto lavoro fatto in casa, forse sbaglio - precisa - perchè l'aspettativa positiva che Francia, Germania, Ue e Stati Uniti ci hanno riservato ha avuto una parte di psicologia e di stimolo importante». Monti ha ribadito che l'obiettivo è «indurre la Ue a impegnarsi a ritornare sul cammino della crescita, ferma restando la disciplina finanziaria». Per arginare il contagio della crisi, ha ricordato Monti, «abbiamo insistito sull'adeguatezza dei firewall (i «muri parafuoco» costituiti dal Fondo salva Stati temporaneo, l'Efsf, e dal suo successore permanente, l'Esm). Devono essere adeguate, ha sottolineato il premier, «sia l'entità dei fondi che la prontezza della loro attivazione, con una tempestiva entrata in attività e una governance non paralizzante». Monti si è detto poi sostanzialmente d'accordo con l'ottimismo del presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker («condivido la sua pacata serenità», ha detto) sul fatto che le risorse dei due «firewall» saranno addizionate, arrivando a una «potenza di fuoco» di 750 miliardi di euro. Plauso all'accordo anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Quello che è accaduto al Consiglio europeo è importante per tutti. Se si tira fuori l'Europa dagli effetti della crisi greca che ha avuto riflessi sull'Eurozona e sull'Italia - ha detto il Capo dello Stato - si aprono prospettive migliori per la ripresa della crescita economica nel nostro Paese e in questa regione particolarmente colpita dalla crisi».

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