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Pdl nel caos sui congressi, Alfano frena e poi riparte

Il segretario del Pdl Alfano

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Angelino Alfano ne aveva fatto uno dei punti qualificanti del suo discorso di insediamento il 1° luglio 2011. Appena nominato segretario del Pdl, davanti al Consiglio nazionale riunito nell'auditorium della Conciliazione a Roma, si era girato verso Silvio Berlusconi e aveva detto: «Noi, presidente, dobbiamo lavorare per un partito degli onesti». Una missione che Alfano legava già ad un aspetto particolare dell'attività del Pdl. Il neosegretario temeva infatti che con l'avvio del tesseramento si riproponessero metodi da Prima Repubblica. Oggi quella previsione sembra in parte realizzarsi. In Sardegna il coordinatore provinciale del Medio Campidano Ettore Melis si è dimesso dopo la scoperta di falsi tesserati. A Bari la procura ha aperto un'inchiesta dopo che Striscia la Notizia aveva sollevato il caso di 139 tessere "inquinate". E poi, a macchia di leopardo, Modena, Salerno, Savona, Vicenza. Casi isolati, forse, ma di certo non un'ottima pubblicità per il «partito degli onesti». Così, dopo la denuncia di diversi esponenti del Pdl (ieri sul Riformista Franco Frattini invitata a «ripulire il partito dai mafiosi»), Alfano ha deciso di scendere in campo: «Stiamo facendo delle verifiche ma nel dubbio bloccheremo tutto. Se si riscontrano situazioni dove non vediamo chiaro nel dubbio non faremo svolgere i congressi». «Noi - ha proseguito - abbiamo fatto un tesseramento che ha avuto un grande successo. I furbetti non potranno fare nulla contro di noi anche perché se uno non ha sottoscritto una adesione volontariamente non può partecipare ai congressi e non può votare e quindi non incide sugli esiti dei congressi».   Il minacciato "stop", però, dura solo qualche ora. Nel tardo pomeriggio è ancora Alfano a parlare: «Prosegue la stagione congressuale del Pdl. Ho avuto conferma del pieno rispetto delle regole e quindi i congressi in programma questo weekend saranno regolarmente svolti. Poiché vota solo chi si presenta di persona con documento d'identità e bollettino di versamento della quota di iscrizione al Pdl, ogni eventuale irregolarità sarebbe perfettamente inutile e non avrebbe alcuna incidenza sui risultati elettorali, come hanno ben spiegato i coordinatori nazionali e il responsabile organizzativo». Insomma, avanti con il programma. Così tra oggi e domenica si svolgeranno i congressi di: Reggio Calabria (cittadino), Forlì Cesena (provinciale), Mantova (provinciale), Ogliastra (provinciale), Palermo (provinciale e cittadino), Rovigo (provinciale), Bologna (provinciale e cittadino), Brescia (provinciale). In ogni caso, pur con precisazioni, resta lo stato d'allerta. Il responsabile nazionale del settore Adesioni Gregorio Fontana assicura che «il partito è impegnato nel difendere chi sta partecipando con entusiasmo ai congressi contro i pochi in malafede che, come spesso accade in questi casi, cercano di intrufolarsi». Mentre i tre coordinatori Ignazio La Russa, Sandro Bondi e Denis Verdini ribadiscono che «nessuno può superare lo sbarramento anti-irregolarità previsto dal regolamento congressuale del Pdl. Ciò non toglie che scopriremo e puniremo chi ha cercato di sollevare polveroni e creare scompiglio nel partito per precisi interessi di bottega». E se l'ex ministro Gianfranco Rotondi invita i colleghi di partito a non «flagellarsi» («un tesseramento con milioni di iscritti può riservare qualche episodio che non tocca lo straordinario valore»), Giorgio Stracquadanio getta benzina sul fuoco: «Alfano? È una barzelletta. Ho letto le sue dichiarazioni e ho pensato che avrebbe controllato caso per caso. Ora nel giro di poche ore è tutto risolto? Soprattutto il caso del clan del Casalesi è stato risolto? Questa storia è una barzelletta». Ma è l'unica voce fuori dal coro. Il resto del Pdl si stringe attorno al segretario contro quello che il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto definisce un tentativo, dopo «aver criminalizzato Silvio Berlusconi», di «criminalizzare il partito». Fatto sta che la polemica cancella in parte un'altra innovazione del segretario. Ieri infatti, con lo slogan «vogliamo essere un partito 2.0», Alfano ha lanciato la Political Digital Academy (PDA). Una "scuola permanente" per la formazione digitale degli iscritti che si ripeterà mensilmente e prevede incontri sul territorio e appuntamenti con esperti del settore. Il modello è quello americano dove i partiti raccolgongo consenso anche attraverso la rete. I riflettori sono puntati sui giovani. «Alle prossime amministrative - ha spiegato Alfano - voterà per la prima volta la generazione del '94». E chissà che non diventi la base su cui costruire il «partito degli onesti».

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