Pressing del governo su sussidi e contratti
Oggi riprende la trattativa Fornero-sindacati sul lavoro Cisl e Cgil contro lo stop alla cigs:sarebbe un danno
Sonoi due appuntamenti clou del governo per oggi. Mentre il ministro del Lavoro Elsa Fornero sarà impegnata nell'incontro con i sindacati per la trattativa sul lavoro, il premier Mario Monti prima sarà a Piazza Affari per incontrare la comunità finanziaria e poi volerà a Bruxelles per l'Eurogruppo sulla Grecia. Il ministro Fornero ha già scoperto le carte. Al centro della riforma del lavoro ci deve essere un rafforzamento degli ammortizzatori sociali con una stretta sulla cassa integrazione straordinaria ma il rafforzamento del sussidio di disoccupazione (al momento basso e erogato per un periodo di tempo limitato). Sul tavolo oggi ci sarà anche la proposta di sgravi fiscali per favorire l'occupazione femminile e quella del Mezzogiorno (questi già previsti nel decreto Salva Italia, ma il ministro si augura che le risorse possano aumentare), e il riordino delle tipologie di ingresso nel mercato del lavoro con una sorta di «premio di stabilità» per la conversione dei contratti a termine in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. L'articolo 18 resta al momento fuori dalla trattativa. I sindacati però hanno già bocciato l'abolizione della cigs anche se Fornero ha precisato che la misura non verrebbe introdotta subito perché la crisi economica non lo consente. La logica che il governo vuole seguire è di mantenere il legame tra lavoratori e impresa solo nei casi in cui sia possibile il reinserimento in azienda, e non in quelli in cui lo stabilimento sarebbe chiuso. È probabile poi che si lavori all'eliminazione della «dualità» tra lavoratori che hanno diritto al sussidio di mobilità (a seguito di licenziamenti collettivi) e coloro che hanno solo il sussidio. Fornero ha anche ribadito l'intenzione di far diventare l'apprendistato il contratto prevalente per l'ingresso nel mercato del lavoro. Si potrebbe prevedere un periodo minimo di formazione e l'agevolazione contributiva. Ma l'ipotesi di uno stop alla cigs ha incassato il no dei sindacati che ieri sono tornati a indicare il percorso da seguire. Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, eliminare «la straordinaria è sbagliato perché favorisce la reindustrializzazione». Meglio invece concentrarsi su «maggiori risorse agli ammortizzatori sociali, allungamendo ed estendendo le indennità». No perentorio poi alla modifica dell'articolo 18. «È esistito per tanti anni, anche di crescita, e nessuno ha mai sollevato problemi. Non si può indebolire. Non produrrebbe maggiore efficacia, ma darebbe alle imprese il messaggio che possono fare quello che vogliono». Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede al governo «di fare un passo in avanti e di incontrare il sindacato a metà strada». Anche per Bonanni la cigs non si tocca; «parlare di rimuovere i sostegni vuol dire gettare un cerino su un bidone di benzina». Oggi sarà anche la giornata dell'incontro di Monti con la comunità finanziaria di Piazza Affari e poi con il vertice dell'Eurogruppo sulla Grecia. Il premier darà messaggi rassicuranti agli investitori sul trend in discesa dello spread e sulle prossime riforme che dovrebbero allentare la tensione sui titoli di Stato. A Bruxelles il ruolo di Monti potrebbe essere decisivo per la soluzione della crisi greca e soprattutto per ammorbidire la linea rigorista del Cancelliere Angela Merkel. Nella telefonata a tre con il premier Papademos e la Merkel, Monti ha perorato la causa del salvataggio. Il presidente del Consiglio ritiene infatti che, nonostante gli errori di Atene giustifichino una certa «durezza», non bisogna esagerare alzando continuamente l'asticella. Ed è proprio quello che il professore ha detto al telefono alla Merkel, ottenendo una risposta rassicurante. Il comunicato dopo la telefonata in cui si annunciava un'intesa sul piano degli aiuti ad Atene, è stato sottolineato da Palazzo Chigi come il segnale che Roma è riuscita a convincere Angela Merkel sulla necessità di affrettare i tempi dell'accordo, senza fare ulteriori passi indietro. Domani Monti sarà all'Ecofin mentre giovedì incontrerà il premier spagnolo Rajoy e nel pomeriggio il presidente dell'Europarlamento Schulz. E con lo spagnolo Rajoy potrebbe esserci un confronto sulla riforma del mercato del lavoro che Madrid ha varato in anticipo rispetto all'Italia ma scatenando proteste sfociate in manifestazioni di piazza. Non solo. La partita europea contro la crisi non finisce con l'intesa su Atene. Nel vertice Ue di marzo si tornerà a parlare del fondo salva stati permanente (Esm) e degli eurobond. L'obiettivo italiano è chiaro: aumentare la potenza dei firewall, magari trasformando il fondo in una banca che possa così attingere alle risorse della Bce.