Non dobbiamo vergognarci della nostra tristezza
Èstato come denudarmi davanti al pubblico e dire:ecco, non sono più quella di "Sincerità", non guardatemi come un personaggio, questa è la vera Rosalba-Arisa. Ecco perché questa canzone mi emoziona tanto: è autobiografica, c'è dentro la mia storia, che negli ultimi due anni è stata molto movimentata, e caratterizzata dalla separazione dal mio fidanzato Giuseppe Anastasi. Questa canzone l'ha scritta lui - come la maggior parte dei brani del mio nuovo album "Amami - ed è capitato che la incidessi dopo la fine del nostro rapporto sentimentale. È una cura, è terapeutico scrivere, e non solo per fare musica: in questo periodo travagliato ho trovato anche il tempo di scrivere un romanzo, "Il Paradiso non è granchè", pubblicato a gennaio. Quanto a "La notte", sono contenta che sia piaciuta alla gente, perché volevo offrirla, con grande discrezione, per dire agli altri che non dobbiamo vergognarci della nostra tristezza, ma quando capita onorarla con dignità, senza nasconderlo. Sopratutto noi donne facciamo fatica a mostrarci sconfitte, quando viene buio e ci rendiamo conto che l'amore che ci legava a un'altra persona è svanito. Sì, non bisogna aver paura di confessare i propri limiti, e di fare pace con la parte apparentemente più fragile di noi stessi. Questo è l'atto che ci dà nuova forza, e che ci permette di non nasconderci più. Sta capitando a me, ed ecco perché martedì, alla prima esecuzione qui a Sanremo di questo brano, appena entrata in scena mi sentivo agitata, come se avessi avvertito un piccolo colpo al cuore. E mi sono detta: da adesso in poi stai tranquilla, perché il più è fatto. Stasera avrò anche l'onore di poter reintepretare "Che sarà" insieme all'immenso Josè Feliciano, ed è come se io viva in diretta la leggenda di quel festival di tanti anni fa. Celentano? Ho seguito le polemiche ma sapete cosa vi dico? Paese che vai, direttore artistico che trovi. Non potrei dire che l'apparizione di Adriano ci abbia penalizzati, anche se qualche mio collega pensa il contrario. Sì, in quel contesto, dietro le quinte, è magari difficile mantenere la concentrazione a lungo, in attesa del tuo turno. Però, per quelle che sono le mie priorità, a me basta cantare. A qualsiasi ora.