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Un altro no dopo quello sulla F1

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L'Olimpiadedi un sempre più lontano 1960 rimarrà ancora una volta il momento più intenso per lo sport italiana nella Capitale. Nemmeno questo volta Roma è infatti riuscita a centrare l'obiettivo a cinque cerchi. Ma se per i Giochi 2004 almeno la candidatura ufficiale venne presentata, questa volta il «no» è arrivato dal governo Monti ancora prima della formalizzazione ufficiale al Comitato olimpico internazionale. Una doppia bocciatura, quella olimpica, bipartisan. Nel 1997 Roma, che fu battuta alla quinta e ultima votazione da Atene per 25 voti (41 contro i 66 dei greci), era guidata da una giunta di centrosinistra con Francesco Rutelli come sindaco. In quella occasione c'era un governo di centrosinistra, guidato da Romano Prodi, che si «spese» per sostenere la candidatura della capitale. Ma anche nel 1997 il mondo dello sport, dopo la sconfitta, usò parole durissime contro la politica. Fu proprio Mario Pescante, in una conferenza stampa il giorno dopo il verdetto del Cio, ad accusare i politici di non essersi «spesi» abbastanza a livello diplomatico nel momento decisivo delle scelte del comitato olimpico. Insomma Roma fu lasciata sola. Questa volta, invece, in Campidoglio c'è Gianni Alemanno e una maggioranza di centrodestra. Poco più di un anno fa ci fu anche la bocciatura per un Gp di Formula 1 nella Capitale. La rinuncia definitiva fu annunciata dallo stesso Alemanno il 21 gennaio 2011. A influire sulla bocciatura la concorrenza con Monza e il rifiuto dei team ad aumentare il numero di gare del Mondiale. Allora c'era pronto già il progetto del promoter dell'iniziativa Maurizio Flammini che prevedeva il Gp nella zona dell'Eur.

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