«Ora 10 anni senza parlare più di Giochi in Italia»

«Èuna grandissima occasione persa - ha esordito Mario Pescante, presidente del Comitato Promotore - ma non possiamo fare altro che accettare la decisione del governo: ora c'è tanta amarezza». Ma la delusione non nasconde anche una consapevolezza del presente: Roma ha fatto tutto quello che doveva per presentare al meglio la sua candidatura. «La decisione di Monti è stata molto ponderata - continua Pescante - ed è arrivata esclusivamente per motivi economici. Il nostro progetto per Roma 2020 era molto serio, ma il governo è stato irremovibile sui conti. Peccato, era un'occasione unica anche per dire ai giovani che abbiamo ambizioni importanti. Abbiamo provato ad allargare un orizzonte diverso, relativo al futuro e alle nuove generazioni». Anche Pescante dunque, come Petrucci, non ha nulla da rimproverarsi. «Il problema non è ne il Comune di Roma, che ha fatto un lavoro straordinario, ne lo sport italiano che è estremamente rispettato. ma è ovvio che almeno per un decennio non si parlerà più di olimpiadi in Italia. Peccato, perché c'erano moltissime chance di aggiudicarsi le olimpiadi. Nel 2024, come ho spiegato al presidente Monti, sarà in corsa qualche Paese per la prima olimpiade africana e, se non saranno in Europa i Giochi del 2020, in quell'anno si celebrerà il centenario dell'olimpiade di Parigi». Sulla stessa lunghezza d'onde uno dei membri del Cio italiano Franco Carraro che aveva contribuito non poco alla candidatura di Roma. «Sono molto addolorato, perché la candidatura di Roma era seria e consistente, ma rispetto la decisione del Governo che in questo particolare momento dell'economia mondiale, europea e italiana ha tutti gli elementi di valutazione. La decisione - conclude Carraro - non intacca il grande prestigio nazionale ed internazionale dello sport italiano ben rappresentato e diretto dal Coni». In serata anche il commento del vice-presidente del Coni Agabio. «Il nostro rammarico è grande anche perché noi credevamo in questa opportunità. Avremmo preferito saperlo per tempo, come ha detto il presidente Petrucci, perché non abbiamo sbagliato niente. Capisco che la situazione nazionale è difficile - spiega il presidente della Federginnastica - però un governo che da qui al 2020 non pensa di poter sopperire alla necessità di 4 miliardi e rotti non dà delle grandi prospettive in questo senso». Sul fatto che l'Italia potrebbe aver perso credibilità nell'organizzazione dei grandi eventi, Agabio sottolinea che «non penso assolutamente che potremmo aver perso credibilità, perché il Coni esce a testa alta da questa situazione. È un colpo che va assorbito». Tiz. Car.