Ue incontentabile: in Italia troppi squilibri. La cura Monti non basta
Questo,in sintesi, il segnale d'allarme che la Commissione Ue, salvo modifiche dell'ultima ora, si appresta a lanciare nel suo primo rapporto sul meccanismo d'allerta messo a punto per misurare le condizioni di salute delle economie dei Paesi Ue e, se necessario, intervenire in via preventiva per evitare il ripetersi di altri casi come quello della Grecia. Il documento sarà presentato dal commissario per gli affari economici e monetari Olli Rehn domani a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, dove mercoledì il presidente del Consiglio Mario Monti parlerà davanti all'assemblea riunita in seduta plenaria. E si basa sulla valutazione dell'andamento di dieci indicatori economici che in molti casi - come per il costo della mano d'opera - fotografano la realtà degli ultimi anni. Tanto che nel rapporto si evidenzia che la prima applicazione di questa nuova procedura ha dovuto tenere conto di tutti gli squilibri accumulati in precedenza. Per l'Italia le principali problematiche individuate non sono certo novità assolute: un livello del debito pubblico troppo alto, nonostante venga riconosciuto che quello dell'indebitamento dei privati è relativamente contenuto, e una competitività che a partire dalla metà degli anni '90 si è progressivamente ridotta, così come è avvenuto per la produttività. Fronti sui quali il nuovo governo ha già avviato azioni correttive che saranno ulteriormente stimolate dalle valutazioni provenienti da Bruxelles. Ma intanto, nel quadro delle nuove regole entrate in vigore lo scorso dicembre per rispondere alla crisi dei debiti sovrani la Commissione ha messo nero su bianco la lista dei Paesi più esposti a rischi legati all'esistenza di squilibri macro-economici. E se Italia, Spagna, Cipro e Ungheria formano la pattuglia di quelli messi peggio, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Slovenia e Bulgaria sono quelli posti sotto osservazione. Per la Danimarca, la Finlandia e la Svezia il giudizio resta invece in sospeso. Il testo dovrebbe approdare sul tavolo del prossimo Ecofin.