Cresce il bottino di Lusi. Rutelli: "Ma ora basta"
Ha aspettato alcuni giorni per capire, per ricostruire la vicenda, per riprendersi dal colpo. Poi l'ex presidente della Margherita, Francesco Rutelli, ha deciso di reagire. Ancora non riesce a farsi una ragione dell'affaire Lusi, l'ex tesoriere che ha stornato più di 13 milioni di euro dai bilanci dei Dl. «È un genio dei numeri - ha detto Rutelli - Pensavamo che fosse una fortuna averlo come tesoriere». Nel partito, infatti, continuano a ricordarne l'austerità, le note spese mai rimborsate per piccoli errori. «Voi sperperate e tocca a me tenere i conti in ordine» ripeteva spesso. Rutelli guarda indietro, prova a spiegare perché il partito non è stato «guardingo», sottolinea le abilità dell'ex cassiere. Poi guarda avanti, rimanda al mittente le strumentalizzazioni e annuncia: «Mai più casi Lusi». Il leader di Api ha presentato un emendamento al decreto sulle liberalizzazioni per rendere più trasparenti i bilanci dei partiti. «Le norme lasciano dei margini affinché queste cose possano accadere», ha detto Rutelli in una conferenza stampa al Senato. L'emendamento modifica l'articolo 8 della legge sulla regolamentazione della contribuzione ai partiti politici, stabilendo che «la relazione dei revisori dei conti deve contenere la dettagliata certificazione della rispondenza di tutte le risultanze riportate a rendiconto» e che i bilanci dei partiti «devono essere certificati da una società di certificazione indipendente». Secondo la proposta, il collegio dei revisori dovrebbe essere composto da 5 membri «nominati d'intesa tra i presidenti delle due Camere all'inizio di ciascuna legislatura» di cui «almeno due scelti tra i presidenti di sezione della Corte dei conti e almeno uno tra i dirigenti di prima fascia del ministero dell'Economia e delle finanze». Rutelli ha spiegato di aver già informato i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, e di aver avuto un riscontro positivo, oltre ad aver parlato con il premier Mario Monti e il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Poi informerà anche i capigruppo. In questo modo, ha ribadito, «non si potranno mai più verificare casi Lusi» e verrà scongiurata «la possibilità che i partiti approvino in buona fede bilanci contraffatti da chi li presenta, come è accaduto con la Margherita». Questa modifica al decreto liberalizzazioni si rende necessaria perché, ha spiegato ancora Rutelli, «i bilanci dei partiti non sono bilanci statali e non possono essere portati direttamente alla Corte dei conti». Ma Lusi aveva dei complici? «È quello che sta cercando di capire la magistratura e credo che lo accerterà» ha spiegato Rutelli, che ha anche precisato di essere stato presidente della Margherita «senza prendere un centesimo: per puro spirito di servizio pubblico». Inoltre ha detto di non volere indietro dal tesoriere solo 5 milioni di euro «ma li rivogliamo tutti fino all'ultimo euro». Poi Rutelli ha aggiunto: «Sfido qualunque segretario di qualunque partito a fare una conferenza stampa come ho fatto io oggi e rispondere nel merito alle vostre domande». L'amarezza è visibile: «Da Luigi Lusi c'è stata una vera a propria attività criminale, visto che falsificava gli estratti conto e i documenti». Mai avuti sospetti, la fiducia in lui era «ben riposta visto che la Margherita aveva bilanci in attivo. E proprio per questo sono ferito e incazzato per le schifezze commesse dal tesoriere». Poi avverte i cronisti: «Non fatemi essere sgarbato». E rilancia: «Ci sono tanti partiti che hanno un sacco di soldi» pur non essendo più «in attività»: «Perché non chiedete ai Ds perché non si vendono le migliaia di immobili che hanno?». Infine Rutelli chiede di «lasciare fuori dal caso Lusi l'Api che ha un bilancio di appena 950 mila euro». Intanto l'inchiesta va avanti e i fondi sottratti alla Magherita aumentano ben oltre i 13 milioni e mezzo. Come ha scoperto la società di revisione dei conti, incaricata di spulciare i bilanci e la documentazione amministrativa dopo lo scoppio della vicenda, sono spuntati altri 618 mila euro sottratti nel 2007. Ieri i legali della Margherita hanno consegnato alla magistratura i documenti che riguardano gli ultimi 5 anni.