Non pulisce le strade.Assessore rapito
i.Centinaia di case isolate. Senza luce. Al freddo. Intere contrade irraggiungibili. Le squadre di soccorso in azione. Ininterrottamente. L'esasperazione. La rabbia. L'incapacità di far fronte all'emergenza. Ma anche il coraggio. La grande voglia di reagire. E la follia. Il terrore. Quello vissuto a Cellere, paese di 1.300 anime in provincia di Viterbo, dove l'assessore comunale ai lavori pubblici è stato sequestrato per ore. La colpa quella di non aver pulito le strade. Qualche parola di troppo. Un semplice litigio. L'amministratore è stato inseguito, aggredito, legato. Preso a schiaffi e graffiato al volto con un coltello. Il sequestratore, un quarantenne con diversi precedenti, lo stava trascinando in una località di campagna per abbandonarlo in una grotta. L'intervento dei carabinieri di Canino è riuscito a impedirlo. L'uomo è stato bloccato e arrestato. Il Lazio sta affrontando la seconda ondata di maltempo che fino a domani interesserà il Centro-Sud e non risparmierà Roma, ieri imbiancata nel primo pomeriggio. Una regione ancora in ginocchio. Che lentamente sta uscendo dalle difficoltà. Che sta vivendo storie di straordinaria follia come quella di Cellere. Che mantiene alta la guardia. L'allerta resta nella Tuscia, dove le scuole saranno chiuse anche domani, nel Reatino. La maggior parte delle arterie è percorribile ma permane, anche nella capitale, l'obbligo delle gomme termiche o delle catene a bordo per tutta la giornata di oggi. La rete ferroviaria sta tornando alla normalità. E gli autobus garantiscono il servizio. Gli interventi nei paesi al confine con l'Abruzzo, Pescorocchiano, Borgorose, Fiamignano, nella Valle dell'Aniene, però, continuano. Nel Viterbese, oltre alle squadre degli operai e alcune ditte private, sono all'opera i trattori muniti di lame messi a disposizione dalla Coldiretti per ripulire le strade urbane. A Viterbo sono impegnati anche settanta militari. Trecento i soldati in Ciociaria, tra le zone più colpite, dove la neve supera il mezzo metro. Dove ci sono strade impraticabili, dove alcune famiglie sono rimaste abbandonate per una settimana, sette giorni lunghissimi. Comuni come Fiuggi, Filettino, Guarcino, Fumone, Patrica, Veroli, i centri della Valle di Comino, il Sorano, il capoluogo, tutti ancora in allarme. I telefoni dell'Unità di crisi allestita nel comando provinciale dei Vigili del fuoco squillano di continuo. Migliaia di richieste, migliaia di interventi. Ferentino, più di ventimila abitanti, è tuttora ricoperta di neve. Ci sono frazioni raggiunte soltanto dalla Protezione civile, dagli elicotteri che non hanno mai smesso di portare cibo e altri generi di prima necessità. Insieme alla task force della Regione stanno collaborando tutti. Ragazzi, anziani, amministratori. Da ieri anche l'Esercito. E tantissimi volontari. «La situazione è pesante». Il commento del presidente della Regione Renata Polverini, che ieri ha visitato Ferentino dopo il vertice con la Prefettura di Frosinone, è eloquente. «Nella Lazio oltre alla neve e al ghiaccio si è aggiunta la problematica della rete elettrica che ha creato disagi ai cittadini e a tante imprese. Abbiamo agito per priorità, prima la vita delle persone, il sistema sanitario ha funzionato al meglio. Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che stanno contribuendo a farci uscire dall'emergenza. E spronarli per quello che ancora dobbiamo fare per rimetterci in moto». Tutti insieme. Da domani, quando il maltempo dovrebbe concedere una tregua nel Lazio, inizierà la conta dei danni. Difficile. E dolorosa.