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«In Italia situazione diversa dalla Grecia»

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L'Europa,perciò, non ha nulla da temere anche perché Roma «sta rispondendo» alle richieste di riforme per la tenuta dei conti. E poi «l'Italia non è la Grecia». Giorgio Napolitano è ad Helsinki al meeting dei presidenti del «gruppo Arrajolos», dove incassa «l'apprezzamento internazionale» per gli sforzi compiuti e rinnova l'appello a tutti i paesi europei a coniugare «sviluppo e rigore» per la tenuta dell'Ue. Il Capo dello Stato guarda anche alle questioni italiane: «Ai sacrifici per uscire dalla crisi non abbiamo alternative» ma - rimarca con orgoglio - l'Italia sta rispondendo». Impossibile farlo se non c'è la compattezza del mondo politico, soprattutto nel momento in cui è chiamato a realizzare riforme controverse e difficili come quella sul lavoro. Il capo dello Stato è però ottimista. «Confido - spiega - che questa discussione tra esecutivo e sindacati si concluderà con un accordo». L'auspicio è che «possa non esserci una protesta, seppur ordinata e legittima». Ma chi immagina di poter «cavalcare la piazza deve fare un passo indietro perché le proteste che escono dal solco della legalità - sottolinea la massima carica dello Stato - in un Paese democratico non potrebbero essere tollerate». Il presidente vuole allontanare le preoccupazioni di chi vede negli ultimi «incidenti» del governo alla Camera il riaccendersi della rivalità tra schieramenti parlamentari che potrebbe mettere in difficoltà lo stesso esecutivo. «Faccio forte affidamento sul senso di responsabilità che le forze politiche italiane stanno già dimostrando nella discussione dei decreti del governo Monti - spiega Napolitano -. Non ho motivo per ritenere che stiano per rovesciare il tavolo, per mettere in crisi il governo e a rischio il clima politico». Dalla Grecia, intanto, giungono le notizie di manifestazioni di piazza violente contro le misure di austerity varate dal governo di Atene. «La situazione della Grecia è diversa», spiega il presidente, «naturalmente, impressionato e preoccupato da questa forte manifestazione di malessere sociale» conclude Napolitano

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