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Bersani-Di Pietro, a Palermo si può fare

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Èla prima mossa di una partita dove in ballo oltre le amministrative di primavera (si svolgeranno in 140 comuni siciliani), c'è la poltrona di governatore della Sicilia che verrà fuori dalle urne nella primavera del 2013. Una partita che già dal fischio d'inizio vede un Pd spaccato in due: l'anima guidata dal segretario Lupo, reo di aver compattato il centrosinistra e sostenere la Borsellino, e quella capeggiata dal paladino dell'antimafia, Giuseppe Lumia, che oltre a chiedere la testa del suo segretario (sono state presentate ieri mattina le firme che porteranno l'assemblea del partito al voto sulla sfiducia entro 15 giorni), è stato sempre avverso al sostegno della candidatura alla sorella del magistrato ucciso dalla mafia, e grande sostenitore del governo Lombardo. Va detto, per onor di cronaca, che la Borsellino ha sempre evidenziato che la sua candidatura non è soltanto rappresentativa del Partito Democratico ma di tutta la città. In altre parole: Palermo come Milano e Napoli. E a proposito del capoluogo campano, ci sarà anche il sindaco Luigi De Magistris a fianco di Orlando per sponsorizzare la Borsellino. Intanto l'Udc di Casini non mette mai in soffitta la politica dei due forni. Tradotto: guidato da Giampiero D'Alia, in Sicilia, lo scudocrociato ha staccato circa un mese fa la spina al governo Lombardo con il quale, però, l'ha appena riattaccata per sponsorizzare la candidatura a sindaco di Palermo del trentaquattrenne, Massimo Costa, candidato che oltre da Lombardo, ha avuto la benedizione da Fini e da Casini. Il fronte del centrodestra, intanto, è alle prese con una mozione di sfiducia al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, già approdata al parlamento siciliano, a firma di Pdl, Pid e Grande sud. E l'Udc? «Vedremo», ha detto D'Alia.

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