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Catene e pneumatici a peso d'oro. La Finanza a caccia dei furbi

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ComeMaurizio Maneschi, 73 anni, chissà quanti altri romani, dopo aver acquistato le catene a prezzi da day after, si sono chiesti: «Ma perché non scatenano la Finanza per verificare se ci sono i furbi?». La risposta delle Fiamme gialle è stata puntuale. Una coincidenza significativa. Da ieri mattina la Guardia di Finanza della Capitale ha avviato una serie di controlli a tappeto su venditori (regolari e abusivi) di catene da neve e gomme termiche. L'operazione ha nel mirino soprattutto rivenditori all'ingrosso e al dettaglio. Particolare attenzione non solo nei confronti di quelli ufficiali, ma anche di «abusivi» presenti in aree sensibili del territorio urbano e dell'hinterland. I dati saranno utilizzati anche nella prospettiva della ricostruzione degli incassi effettivi degli operatori economici e della successiva selezione dei soggetti da sottoporre a più approfonditi controlli e verifiche di tipo fiscale. Ieri le prime sanzioni. Anche se non ci sono dati precisi, le irregolarità riguardano anche la mancata emissione di scontrini ed esposizione del prezzo dei prodotti. E sulle eventuali speculazioni il Codacons presenterà un esposto alla GdF: «I prezzi delle poche catene rimaste sul mercato in alcuni casi sono più che raddoppiati - afferma il presidente Carlo Rienzi - Chiederemo alle Fiamme Gialle di sanzionare pesantemente chi, approfittando dello stato di necessità, ha messo in atto speculazioni e invitiamo il sindaco a inviare i vigili urbani per multare gli scorretti». Il presidente dell'Associazione Commercianti Automotocicli, aderente a Confcommercio romana, Claudio Borzi, fa sapere che «i commercianti di autoricambi si dissociano dalle accuse di presunte speculazioni sui prezzi effettuati da negozi di ricambio. Si tratta di casi isolati». Borzi condanna eventuali «anomalie nelle vendite», consiglia di evitare i rivenditori ambulanti non autorizzati e «chi fa sconti non dovuti». Che qualcuno facesse il furbo però era cosa nota anche agli addetti ai lavori. «Una mela marcia non può ledere una categoria, noi abbiamo continuato a lavorare onestamente, ma che l'emergenza poteva essere un'occasione ghiotta per qualcuno lo si sapeva» dice Luigi Clarioni, uno dei più grossi titolari di pompe di benzina della capitale.Grazia Maria Coletti

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