Trenitalia chiude le linee a rischio. L'ira della Polverini
L'episodiodel treno bloccato per ore in mezzo alla neve sulla Roma-Tivoli ha fatto letteralmente traboccare il vaso di pazienza della governatrice Renata Polverini e del suo assessore alla Mobilità, Francesco Lollobrigida. Un elastico rotto dai comunicati dove l'amministrazione regionale ha attaccato senza sconti Trenitalia, chiedendo il rispetto di un contratto di servizio per il quale vengono versati ogni anno ben 216 milioni di euro pubblici nelle casse dell'azienda capitanata dall'ad Mauro Moretti. Avendo in cambio per lo più disservizi, ritardi, cancellazioni e l'ira continua dei pendolari. Ieri l'ultima puntata di un rapporto ormai logoro. L'occasione, il tavolo di coordinamento sul trasporto regionale convocato da Lollobrigida, in vista dell'emergenza neve. Ai piani operativi presentati da Cotral, che ha dotato i propri mezzi di catene e gomme da neve, o di Atac, che farà passare per tutta la notte un treno spazzaneve sulle ferrovia Roma-Civitacastellana-Viterbo e sulla Roma-Lido, ha risposto la netta chiusura del rappresentante di Trenitalia, il direttore del Lazio Aniello Semplice, che ha anticipato la «chiusura delle linee Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona, Tivoli-Avezzano-Sulmona, Roccasecca-Avezzano, Ciampino-Cassino e Cesano-Viterbo-Attigliano», in pratica lasciando letteralmente isolate le provincie di Rieti, Viterbo, Frosinone e la Valle dell'Aniene. Trenitalia non fornirà nemmeno mezzi sostitutivi, perché «è impossibile reperire un numero tale di bus dall'oggi al domani», lasciando alle «gomme ferrate» di Cotral le speranze degli utenti. Anche le tratte funzionanti saranno fortemente ridotte, fino a un treno ogni ora. Formalmente, la chiusura delle ferrovie è stata decisa da Rfi, ma la decisione sarebbe tutta dell'azienda di Moretti che vuole deresponsabilizzarsi dopo i gravi episodi avvenuti lo scorso week-end. Non solo: indiscrezioni parlano anche di un pesante alterco fra il direttore regionale dei Trasporti, Bernardo Fabrizi e fra lo stesso Semplice, con l'azienda che non sarebbe in grado nemmeno di fornire coperte e viveri ai propri passeggeri senza l'ausilio della Protezione Civile o dei bar-ristoranti delle stazioni. Insomma: meglio avere pendolari a casa che a rischio assideramento su un treno bloccato per neve.