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Monti rassicura i giudici: la disposizione contestata si cambia

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Ladiscesa in campo dei tecnici dell'esecutivo Mondi sul sistema giustizia riguarda anche la responsabilità civile dei giudici. Il governo rassicura i magistrati sulla norma approvata alla Camera che ha ampliato la loro responsabilità civile e che ha spinto le toghe sul piede di guerra. C'è l'impegno per arrivare, attraverso il dialogo con le forze politiche, a una modifica della disciplina introdotta con un emendamento alla legge comunitaria. A garantirlo, in un incontro con i vertici dell'Associazione nazionale magistrati che ancora martedì hanno minacciato il ricorso allo sciopero se la norma non sarà cambiata, è il premier Mario Monti, che riceve le toghe assieme al ministro della Giustizia Paola Severino e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Ma se le sue parole lasciano soddisfatti i magistrati, provocano invece la reazione indignata del leghista Gianluca Pini, autore dell'emendamento contestato dalle toghe: l'apertura di Monti ai giudici è di «gravità assoluta» e se l'esecutivo continua su questa strada «è abbastanza scontato che anche al Senato venga sconfitto», dice, ricordando che alla Camera la modifica è passata contro il parere del governo e con una maggioranza «molto ampia e trasversale». Apprezza invece l'impegno del governo il Partito Democratico che con Anna Finocchiaro esprime ottimismo sulla possibilità che si giunga a un'intesa ampia per modificare la norma: «L'apertura che si registra nelle forze politiche lascia ben sperare». L'incontro tra il governo e i magistrati, che si presentano all'appuntamento con una delegazione ristrettissima,avviene in un'atmosfera «molto serena», come sottolinea poi il ministro Severino. Il presidente, Luca Palamara, e il segretario, Giuseppe Cascini, ribadiscono l'allarme della magistratura per la norma che, introducendo l'azione giudiziaria diretta nei confronti dei giudici da parte di chi si ritiene danneggiato, rappresenta un «vulnus» alla loro libertà di giudizio, non ha riscontri in nessun ordinamento democratico e «non è affatto una conseguenza necessaria delle decisioni della Corte di Giustizia Europea». Le rassicurazioni di Monti vengono alla fine certificate da un comunicato di Palazzo Chigi, in cui si dichiara la «ferma intenzione» dell'esecutivo guidato dal professor Monti di «attivare un dialogo con le forze parlamentari per raggiungere il massimo dell'intesa su una modifica che assicuri una corretta interpretazione della giurisprudenza europea e, al contempo, consenta ai magistrati di lavorare con serenità di giudizio nell'esercizio delle loro funzioni». Nessun cenno, nemmeno durante l'incontro, alle ipotesi di modifica alle quali pensa il governo, anche se è presumibile che l'attenzione sia concentrata innanzitutto sulla responsabilità civile diretta che i magistrati considerano «inaccettabile» e su cui, ha ribadito ancora ieri il segretraio dell'Associazione di categoria dei magistratti, Palamara, «non possiamo trattare».

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