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Monti punta tutto sulle riforme

Il premier Mario Monti

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Riforme, liberalizzazioni, mercato del lavoro. Queste sono le tre «sfide cruciali» alle quali Mario Monti intende dare una «pronta risposta». Tre parole che il presidente del Consiglio scandisce come fossero i capisaldi del suo programma di governo per i prossimi mesi e ai quali non intende rinunciare. Avanti quindi con le riforme senza nessun intento persecutorio nei confronti delle categorie interessate dalle liberalizzazioni e, tanto meno, senza alcuna volontà di esasperare gli animi nel confronto sul mercato del lavoro. Un imperativo categorico che il premier ha voluto ribadire durante una conferenza stampa seguita all'incontro, a Palazzo Chigi, con il segretario generale dell'Ocse, Anguel Gurria: «Stiamo cercando con la nostra riflessione, con il dialogo con le parti sociali, con la consultazione di esperienze di tanti altri Paesi di trovare quale sia la via migliore perché anche gli istituti del mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali possano dare il loro contributo alla crescita dell'economia italiana e soprattutto ad aggredire quel drammatico problema, che anche il segretario generale Gurria ha sottolineato, della disoccupazione giovanile» Da una parte quindi il governo non ha alcuna intenzione di esasperare il clima nella partita aperta sulla riforma del mercato del lavoro e dall'altra, analogamente, non c'è nessuna volontà persecutoria nel pacchetto delle liberalizzazioni. «Non è una mania di persecuzione del governo quella di chiamare tutte le categorie a sperare nella crescita di tutti rinunciando ciascuno ad una parte dei propri privilegi», puntualizza Monti. E, proprio su questo fronte, il premier definisce impressionanti i dati forniti da Gurria sugli effetti delle liberalizzazioni in termini di crescita della produttività dell'economia. Questa, infatti, «potrebbe aumentare dell'8% nei 10 anni successivi alla loro introduzione». E metà di questo aumento «potrebbe derivare dalla «sola liberalizzazione dei servizi professionali». Numeri che fanno venire in mente a Monti «un dato di qualche anno fa dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che valutava l'impatto dei costi dei servizi professionali sulla struttura dei costi delle imprese italiane superiore ai prezzi dell'energia». Così le parole di Gurria a Monti diventano linfa per continuare sulla strada intrapresa. Del resto, continua il premier, «le trasformazioni e le riforme devono essere la raison d'etre di ogni Governo». Ragionamenti che piacciono molto a Gurria a tal punto da fargli esprimere tutto il plauso possibile: «Non possiamo dire oggi se queste misure siano sufficienti ma, sicuramente, avviano un processo». E proprio su quel processo Monti annuncia i suoi prossimi passi: «Il governo italiano è avido di collaborare con l'Ocse. L'Italia cerca di essere motivo di esempio e cerca di non rimanere indietro su tutte le materie in termini di best practice». E, mentre il presidente della Francia Nicolas Sarkozy tesseva le lodi di Monti per gli «spettacolari progressi che sta facendo fare all'Italia», Gurria non vuol essere da meno e conclude: «Le riforme introdotte dal governo italiano servono all'Italia e servono all'Europa». Sono misure che «liberano energie per la crescita e aumentano la competitività» per risolvere la crisi.

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