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Gli avvocati consegnano i bilanci alla Procura

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Gliex colleghi di partito del senatore Luigi Lusi vogliono dare una spinta alle indagini per tentare di fare chiarezza il prima possibile sull'appropriazione indebita di 13 milioni di euro da parte dell'tesoriere della Margherita dalle casse delpartito. La collaborazione nelle indagini, per ora, sarà quella di depositare nelle mani dei magistrati romani i documenti contabili che i finanzieri avrebbero dovuto acquisire dalla Banca Nazionale del Lavoro al Senato. A breve saranno dunque cosnegnati gli estratti conto relativi agli ultimi quattro anni, cioè dal 2007 al 2011, e non soltanto gli ultimi tre, sui quali stavano indagando il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pubblico ministero StefanoPesci. Un anno in più, quindi, di documentazione, anche alla luce del presunto ammanco di denaro dai fondi della Margherita oltre ai 13 milioni sottratti da Lusi. Da questo materiale gli inquirenti potrebbero capire in che modo il senatore del Gruppo Misto abbia gestito i bilanci del partito ed esaminare i 90 bonifici bancari effettuati a favore di conti correnti, anche stranieri, riconducibili proprio all'indagato. Se invece i legali della Margherita non dovessero depositare i documenti bancari, la procura si rivolgerà alla sede centrale della Bnl. Intanto ieri c'è stato un altro incontro tra gli inquirenti e gli avvocati che rappresentano la Margherita, i legali Titta Madia e Alessandro Diddi, per esaminare la garanzia data da Lusi per restituire parte dei 13 milioni. Un lavoro che sarà affidato a un avvocato civilista e a un notaio, per accertare, innanzitutto, se pendono debiti sulla società «Ttt srl», proprietaria della casa in via Monserrato, al centro della Capitale, e sulla villa del '600 a Genzano, dove Luigi Lusi vive e lavora. Il valore di questi beni, secondo una prima stima, corrisponderebbe a cinque milioni di euro. Una cifra decisamente inferiore rispetto a quella che il senatore ha sottratto alla Margherita. Il parlamentare avrebbe infatti spiegato che è tutto quello che può restituire poiché cinque milioni li ha versati al Fisco. Anche se non è ancora chiaro se questi soldi siano serivti per pagare le tasse che doveva versare per conto del partito o per l'acquisto degli immobili. Non sono inoltre terminate le audizioni a piazzale Clodio dei parlamentari che potrebbero chiarire come venivano gestiti i controlli sui documenti contabili della Margherita. Per ora a spiegare questi aspetti sono stati i tre revisori dei conti dell'ex Dl, Giovanni Castellani, Mauro Cicchelli e Gaetano Troina. C'è comunque anche chi nel Pd non accetta in silenzio le decisioni che starebbero prendendo i legali del partito. «Leggo che, secondo l'avvocato della Margherita, qualcuno starebbe valutando le garanzie offerte da Luigi Lusi, magari in vista di una transazione. Deve essere chiaro che, nella situazione che si è prodotta, nessuna persona e nessun organo della Margherita è nelle condizioni formali e sostanziali di conferire un mandato deliberativo, senza che prima sia convocata l'Assemblea federale. Al contrario, nulla dovrebbe ostare a che i documenti bancari siano forniti spontaneamente agli inquirenti senza bisogno di scomodare il Senato», ha infatto voluto sottolineare il senatore Pd, ex Margherita, Franco Monaco.

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