Se tutto va bene sono rovinati
Il tesoriere della Margherita fa sparire tredici milioni di euro su venti, lo stato maggiore dell’ex partito casca dalle nuvole e balbetta, la Guardia di Finanza bussa alla porta del Senato. Mi pare ce ne sia abbastanza per fare due o tre considerazioni sul tema del finanziamento pubblico dei partiti, i costi della democrazia e la disinvolta gestione del denaro pubblico da parte della politica. Non sono tra quelli che pensano che i partiti debbano sparire, anzi credo siano necessari e bisogna impegnarsi a riformarli con urgenza prima che al loro posto si presentino alle elezioni poteri opachi e incontrollabili. Ma sono anche arciconvinto che sia ora non solo di dare una sforbiciata ai rimborsi elettorali (un euro per ogni voto preso e per cinque anni pieni) ma di cambiare le norme sulla natura giuridica dei partiti. I soldi dei contribuenti non possono essere amministrati come un conto privato, i bilanci devono essere sottoposti a controlli severi. Chi li falsifica deve sapere che finisce in carcere, chi distrae i fondi usandoli per scopi diversi dall’attività politica deve esser consapevole che diventa un criminale. Niente mezze misure. Al cittadino si chiedono sacrifici pesanti e i partiti devono essere virtuosi. Il contributo va tagliato perché le spese dichiarate sono vergognosamente inferiori all’incasso e inoltre la durata per l’intera legislatura anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere non ha alcun motivo di esistere, è un furto legalizzato. Si cambi la legge, subito. Detto questo, mi chiedo anche come sia possibile che Lusi abbia fatto tutto da solo. I casi sono due: o abbiamo un gruppo dirigente che si fa sgraffignare 13 milioni di euro sotto al naso (e allora non è in grado né di gestire l’Italia né un negozietto di frutta e verdura), oppure in questa storia non tutta la farina d’oro è nel sacco del tesoriere. Così siamo passati da Tangentopoli ad Arraffopoli e ogni volta che uno esclama «abbiamo toccato il fondo» allora compare una vanga e si inizia a scavare. La Prima Repubblica è crollata di fronte a un finanziamento illecito (le tangenti) che serviva a fare attività politica; la Seconda Repubblica tira le cuoia perché il finanziamento lecito serve a scopi di arricchimento personale o di clan. Splendida evoluzione della specie partitante: da Mani Pulite a Mani in tasca. Le nostre.