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Lusi: "Non sono l'unico responsabile"

Luigi Lusi in una foto del 2007 presa dal suo sito ufficiale

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Ogni giorno l'inchiesta sul senatore Luigi Lusi si arricchisce di nuovi elementi. Spunta altro denaro che sarebbe stato sottratto dalle casse della Margherita. E contemporaneamente potrebbe allontanarsi la possibilità che venga accettata la richiesta di patteggiamento per il senatore indagato per l'appropriazione indebita di 13 milioni di euro investiti in case e versati in conti correnti esteri. Non solo. Gli accertamenti disposti dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal pm Stefano Pesci, affidati alla Finanza, stanno ora puntando a chiarire quali siano stati i criteri seguiti nei controlli dei bilanci del partito che nel 2007 ha dato vita, insieme con i Ds, al Pd. Nessuno sapeva di queste sottrazioni? Neanche un parlamentare ha notato i continui bonifici bancari effettuati a favore di Lusi? Domande che troveranno risposte quando i finanzieri termineranno di acquisire la documentazione contabile della Margherita, sia negli uffici del partito, sia nell'istituto di credito Banca Nazionale del Lavoro. «Ho fatto un patto con i magistrati per non dire nulla. So di uscirne a pezzi e che i tempi mediatici mi ammazzano, ma io voglio rispettare questo patto», ha detto ieri Luigi Lusi. E ancora: «Provo un grande fastidio per il fatto che mi vengano attribuite delle frasi e delle cose che non ho mai detto o mai fatto. Io non ho ammesso nulla, non ho detto nulla. Voglio aspettare che emerga la verità». L'attuale senatore del Gruppo Misto, espulso ieri dal Partito democratico, ha voluto sottolineare di essersi assunto le proprie responsabilità, «come deve fare un tesoriere. Ora tocca ad altri». Non usa quindi mezzi termini l'ex tesoriere della Margherita per far intendere che non può essere l'unico a pagare per questa vicenda. Fino ad ora, comunque, tutti i politici che per anni hanno lavorato al suo fianco si sono dichiarati parti offese in questa inchiesta giudiziaria. Primo fra tutti il presidente di Api, Francesco Rutelli, ex leader della Margherita. L'accordo tra il partito e Luigi Lusi potrebbe essere raggiunto nel giro di pochi giorni. Ieri, in procura, si sono infatti di nuovo confrontati i legali delle parti in causa. Lusi, attraverso l'avvocato Luca Petrucci, sarebbe disposto a mettere a disposizione quote della società «Ttt srl», proprietaria dell'abitazione di via Monserrato, nel cuore della Capitale, a due passi da Campo de' Fiori, e la villa di Genzano, dove vive e ha il suo studio legale. L'avvocato Titta Madia, che invece rappresenta la Margherita, ha chiesto tempo. «Nelle prossime ore - ha spiegato - saranno impegnati i nostri esperti civilisti per capire l'esatta dimensione di quanto sarebbe messo a disposizione. Vogliamo procedere con calma». Il valore dei due immobili ammonterebbe a oltre 5 milioni di euro: 13 sono quelli che mancano dalle casse della Margherita. Trattativa che potrebbe terminare la prossima settimana. «In questo modo - hanno detto i legali - si potrebbe attendere la conclusione dell'indagine penale, per poi rivolgersi eventualmente a un giudice civile e chiudere in modo definitivo la questione». «Ci sono alcuni conteggi da fare», ha invece sottolineato il penalista Luca Petrucci. Se questi conti, però, non dovessero tornare, la magistratura potrebbe chiedere al gip il sequestro dei beni di Lusi. A questo punto, se il giudice dovesse firmare il provvedimento, la questione passerebbe alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, dalla quale si è dimesso ieri il senatore indagato. Sul fronte giudiziario, inoltre, sarebbe emerso un ulteriore ammanco di denaro dai fondi della Margherita, pari a centinaia di migliaia di euro. Soldi che sarebbero stati sottratti nel 2007. Le indagini di pm, che partivano dal 2008 fino al 2011, potrebbero infatti puntare a verificare i conti della Margherita anche negli anni precedenti. «Lo spettacolo che stanno offrendo i vertici inconsapevoli della Margherita è più indecoroso del comportamento di Lusi. I soldi non li devono intascare loro. Restituiscano tutto al popolo italiano», tuona Francesco Storace (La Destra).

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