Bersani a Napolitano: il Pdl non è leale

Il segretario parla a lungo, si dice preoccupato, sottolinea le parole con ampi gesti delle mani. Il Presidente ascolta con la dovuta attenzione. Lungo colloquio, al Quirinale, tra Giorgio Napolitano e Pier Luigi Bersani. "Preoccupazione" è la parola che ritorna più spesso, nell'eloquio di Bersani: per quello che è accaduto ieri alla Camera, ma soprattuto per cio' che la bocciatura del governo sulla responsabilità civile dei giudici può significare per la tenuta dell'esecutivo. E se sui magistrati il Pd preannuncia una serie di iniziative nel prosieguo dell'iter parlamentare (della cosa si occuperà il Senato, dopo l'incidente di percorso alla Camera), è sulla situazione politica in generale che Bersani manifesta le sue perplessità. Non e' possibile che un esecutivo sostenuto sulla carta da tre forze politiche possa sentirsi saldo se una delle due principali si sfila non nella forma, ma nei fatti. Si tratta, spiega e sottolinea Bersani, di una tattica da parte del Pdl volta a resuscitare nei fatti la vecchia maggioranza, con la Lega. Napolitano, assicurano al Quirinale, ha ascoltato. Nessun commento da parte sua, pare e si afferma. Certo è che il Presidente vede incrinarsi quell'opera di moral suasion per cercare di rasserenare il clima, grazie al quale e' nato il governo Monti e grazie al quale si confida che possano essere varate le riforme istituzionali più volte auspicate. Per questo mercoledi' aveva avuto un pranzo con Silvio Berluscon. Due preoccupazioni speculari, quelle portate dai due leader al Capo dello Stato, che partono da origini diverse ma hanno un elemento comune: la preoccupazione delle due forze più grandi che sostengono il governo, cioè Pdl e Pd, di "restare con il cerino in mano". Cioè di sostenere il governo per poi lasciati "scoperti" dagli altri alleti sulle misure più difficili e impopolari. Il Capo dello Stato ha cercato di rassicurare entrambi i fronti. Mercoledì l'obiettivo è stato raggiunto, tanto che al termine del pranzo dal Cavaliere sono giunte parole di sostegno al governo Monti. Oggi - spiegano al Nazareno - a scatenare la richiesta di colloquio da parte di Bersani è stato il voto con cui ieri il Pdl ha approvato, con la Lega e alcuni franchi tiratori, l'emendamento sulla responsabilità dei magistrati. Il leader Pd, come aveva già fatto ieri pubblicamente, ha espresso "alcune preoccupazioni" perché "non vorremmo trovarci nella situazione per cui una parte politica mostra senso di responsabilita' verso l'esecutivo ed altri giocano a mani libere". Anche in questo caso il Capo dello Stato ha speso parole di rassicurazione, dicono sempre dal Pd. Perche' se da un lato il suo obiettivo è non precipitare, come ha più volte ripetuto, l'Italia al voto in una fase di difficolta' economica e finanziaria, dall'altro resta ferma la volontà di avere nel Paese e in Parlamento un clima di collaborazione. Perché se nell'immediato c'è la crisi finanziaria, non sfugge a Napolitano che resta aperto il tema della credibilità dell'intero sistema politico e istituzionale e che l'unico modo per uscirne à varare le riforme chieste a gran voce dai cittadini anche con la raccolta di firme sul referendum. Una richiesta cui la politica tutta deve rispondere positivamente, ha ricordato da Bologna il Capo dello Stato, e solo un clima di dialogo e di confronto libero da retropensieri puo' portare a un tavolo di riforme.