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Almeno due celebrate dalle canzoni

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Lascelta, alla fine, cade su «La nevicata del '56», una canzone scritta da Carla Vistarini, Luigi Lopez e Massimo Cantini e Franco Califano che, nello stesso anno, inciderà il brano a sua volta. Un brano «da brividi» di forte impatto emotivo. Traendo ispirazione all'eccezionale nevicata del 1956 che avvolse Roma di una coltre magica e irreale, con poche pennellate (lo scorrere del fiume e il canto della fontana non ancora soffocati dal rumore del traffico, la bambina che sogna il vestito da sera e si diverte a far luccicare un pezzo di vetro, le partite di pallone viste sulle spalle del padre), Califano cattura il ricordo nostalgico di un'epoca passata e perduta dove tutto sembrava più bello e i sentimenti che animavano la vita di tutti i giorni più autentici. «Roma era tutta candida. Tutta pulita e lucida. Tu mi dici di sì, l'hai più vista così? Che tempi quelli». E ancora «Ti ricordi lo spazio?I chilometri interi. Automobili poche allora. Le canzoni alla radio. Le partite allo stadio». Risale invece al Festival di Sanremo del 1970 la canzone «Nevicava a Roma» di Renato Rascel. Il piccoletto così cantava: «Mi sembrava impossibile e perfino incredibile eppure questo sogno si avverò...nevicava a Roma e la gente si chiedeva ma cos'è questa neve a Roma fa impazzire i romani come me ogni statua..». Chissà se qualcuno ieri mattina la canticchiava tra sè e sè.

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