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Non mettere il loden al cavallo Rai

Il cavallo della Rai all'esterno della sede di viale Mazzini

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Qualche settimana fa scrissi un articolo per spiegare quanto gli equilibri della Rai siano delicati e soprattutto perché il governo tecnico debba tenersi lontano dalle beghe di Viale Mazzini. Non solo non fa parte della missione dell'esecutivo - nato per fare ben altre cose - ma è materia parlamentare (regolata dalla legge) che non può essere sottratta ai partiti senza creare uno sconquasso. A loro volta i partiti devono rendersi conto che siamo di fronte a una transizione, bisogna fare esercizio di mediazione e non procedere allo scontro totale come se nel Paese da quattro mesi lo scenario non fosse cambiato. Il fatto è che se la situazione della governance della Rai è particolare in tempi normali, oggi è uno specchio rovesciato degli equilibri del Paese: mentre il governo ha l'appoggio di una maggioranza larghissima dove gli azionisti sono Pdl, Pd e il Terzo Polo, nel consiglio d'amministrazione della Rai - espressione politica dei partiti - lo scenario resta quello dell'era di Berlusconi al governo: c'è una maggioranza di centrodestra, un presidente che di volta in volta sceglie con chi stare e un gruppo di consiglieri che fanno riferimento al centrosinistra. In mezzo c'è un direttore generale che ha il duro compito di mediare tra le fazioni, mantenendo la sua autonomia, facendo gli interessi del servizio pubblico e i conti con la realtà. Per questo trasformare la nomina del direttore del Tg1 in un conflitto che somiglia alla battaglia dell'ultimo giapponese in un'isola del Pacifico che non sa che la guerra è finita è un errore da parte di tutti gli attori in campo. La Rai ha bisogno di cambiare, serve una riforma per renderla indipendente e andrebbe fatta ora da un Parlamento in fase di tregua, ma non si può immaginare una soluzione per il Tg1 fuori dal contesto politico e dagli equilibri interni di Viale Mazzini. Ancor più singolare è vedere il governo disquisire sulla nomina di un direttore. Un consiglio ai tecnici: se vogliono almeno sembrare (non dico essere) la discontinuità, meglio tenere un basso profilo e non cedere alla tentazione di far indossare il loden al cavallo di Viale Mazzini.  

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