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Storace: «Scendiamo in piazza contro il governo delle banche»

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Ilsegretario nazionale del partito, Francesco Storace è convinto che a scendere in piazza sarà «una marea di gente». Onorevole Storace, il governo Monti proprio non vi piace, quali sono i motivi della protesta? «Il 4 febbraio scendiamo in piazza per porre tre questioni fondamentali: sovranità politica, poiché il governo Monti è un governo delle banche sottratto alla volontà del popolo italiano; sovranità monetaria, considerato che la Banca centrale europea è di fatto privata e decide sulla moneta; sovranità economica, chiederemo che il prossimo trattato che si sta redigendo sul patto di bilancio dei paesi membri sia ratificato dall'Italia tramite referendum. Dovranno essere gli italiani a decidere chi controllerà il bilancio dello Stato». Uno dei motivi per i quali non si torna alle urne è la legge elettorale. Quella attuale deve essere cambiata. Cosa propone La Destra? «Quello della legge elettorale è senza dubbio uno dei nodi da sciogliere prima di tornare alle urne. Ultimamente ho avuto modo di parlarne anche in forma privata con il segretario nazionale del Pdl, Alfano e mi ha assicurato che saremo consultati. Il tema sul quale riflettere è il bipolarismo e garantire agli italiani che chi si candida andrà poi a governare. Io dico soltanto che nel 2008 ci fu un grande inganno, si fecero fuori la destra e la sinistra facendo credere che si sarebbe governato meglio con i grandi partiti. Adesso di partiti ce ne sono trenta e ci ritroviamo con un governo tecnico». La scorsa notte è venuto a mancare l'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, Lei è stato tra i pochi, se non l'unico, a giudicarlo il "peggiore". «Cordoglio per chi muore, ma non dimenticheremo mai il ribaltone del '94 e la sua faziosità. Non c'è dubbio: non ricordo un presidente della Repubblica peggiore di lui. Su Scalfaro, sia chiaro, non ho pregiudizi ma questo non significa che non debba esserci un giudizio su ciò che è stato e su ciò che ha fatto. La differenza sostanziale con il presidente Napolitano è che se Berlusconi avesse detto di voler tornare al voto, Napolitano avrebbe sciolto le camere e indetto elezioni. Nel '94 le cose andarono in modo ben diverso». Veniamo a Roma e al suo rapporto con il sindaco Alemanno. Arriverà l'alleanza? «È un percorso complicato. Sabato dirò cose molto chiare a riguardo. È Alemanno che ci deve spiegare cosa intende fare. Ha tempo fino a venerdì a mezzanotte». E dopo, scusi? «Dopo si troverà un avversario in più». Il sindaco tuttavia sembra preso più dal Terzo Polo, al quale è tornato a fare un appello di alleanza proprio in questi giorni. Del resto, a conti fatti, è l'Udc l'ago della bilancia e non solo a Roma. «Nel sistema del bipolarismo non può esistere un ago della bilancia. Quindi è il centrodestra che deve decidere cosa fare».

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