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Addio a Oscar Luigi Scalfaro, il presidente del "non ci sto"

Oscar Luigi Scalfaro

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L'ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è morto nella notte a Roma. Aveva 93 anni. Scalfaro è stato nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999. Fu eletto deputato ininterrottamente dal 1946 al 1992, quando, durante la sua presidenza della Camera dei deputati, fu eletto Presidente della Repubblica. In precedenza era stato Ministro dell'Interno nel Governo Craxi I. Era senatore a vita aderente al Partito Democratico. Scalfaro, insieme a Sandro Pertini (che presiedette come membro anziano il Senato nel 1987) ed Enrico De Nicola (presidente della Camera, del Senato e della Repubblica dal 1º gennaio all'11 maggio 1948), ha ricoperto tutte le tre più alte cariche dello Stato: è infatti stato Presidente della Repubblica e Presidente della Camera, oltre ad avere presieduto provvisoriamente il Senato all'inizio della XV Legislatura. Terminato il suo mandato da Capo dello Stato, Scalfaro divenne Senatore a vita in quanto ex Presidente della Repubblica, aderendo al gruppo misto. Nel corso della XIV Legislatura ha presentato numerosi disegni di legge riguardanti l'emigrazione e ha manifestato il dissenso soprattutto per la proposta di riforma costituzionale avanzata dalla Casa delle Libertà e dal terzo governo Berlusconi. Da senatore a vita si è dedicato soprattutto a girare l'Italia, partecipando a numerosi incontri sulla difesa della Carta costituzionale, il no alla guerra e l'impegno dei cattolici in politica. Ha, inoltre, dato avvio assieme ad alcuni giovani collaboratori (Alberto Gambino, Stefano Magnaldi, Mattia Stella) ad iniziative nel campo della formazione dei giovani alla vita politica (tra queste in particolare il Laboratorio per la polis, rete di cultura e formazione politica). Durante la primavera del 2006 è stato Presidente del Comitato "Salviamo la Costituzione" e a capo del Comitato per il No al Referendum sulla Riforma Costituzionale, composto dai partiti del centrosinistra, dalle principali organizzazioni sindacali, dai Comitati Dossetti, dalle associazioni ASTRID, Libertà e Giustizia, ANPI, ACLI, Giovani per la Costituzione, Laboratorio per la polis e altri. Promosse dunque una bocciatura per via referendaria, poi avvenuta col 61,3% il 25 e 26 giugno 2006. In questa veste è stato nuovamente oggetto delle critiche del centrodestra, promotore della riforma poi bocciata, insieme al suo successore al Quirinale Carlo Azeglio Ciampi, anche lui schieratosi per il No al referendum (tuttavia successivamente, poiché ancora in carica sul Colle fino al mese di maggio). In apertura della XV Legislatura è stato Presidente provvisorio del Senato della Repubblica (perché senatore più anziano dopo Rita Levi-Montalcini che si era dichiarata non in grado di svolgere quel compito), fino all'elezione alla presidenza di Franco Marini, da lui sostenuto. Il 19 maggio 2006, come già aveva anticipato, ha votato la fiducia al governo Prodi II. Durante la XV Legislatura ha votato più volte in favore del governo Prodi e della maggioranza di centro-sinistra, anche in occasioni determinanti e con voti di fiducia. Nel 2007 ha aderito al Partito Democratico, pur non iscrivendovisi, ed è stato presidente del Comitato pro Veltroni-Franceschini nel Lazio per le primarie del 14 ottobre 2007. Fino alla sua morte ha presieduto l'associazione "Salviamo la Costituzione" nata dall'omonimo comitato costituitosi nel 2006. Nel settembre 2011 è stato chiesto al sindaco di Roma Gianni Alemanno di conferirgli la cittadinanza onoraria.   IL CORDOGLIO DI NAPOLITANO Appresa la notizia, il Presidente della Repubblica ha reso omaggio a Scalfaro: "E' con profonda commozione che rendo omaggio alla figura di Oscar Luigi Scalfaro nel momento della sua scomparsa, ricordando tutto quel che egli ha dato al servizio del Paese, e l'amicizia limpida e affettuosa che mi ha donato. E' stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell'Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale. Si è identificato - ha proseguito Napolitano - col Parlamento, cui ha dedicato con passione la più gran parte del suo impegno. Da uomo di governo, ha lasciato l'impronta più forte nella funzione da lui sentitissima di ministro dell'Interno. Da Presidente della Repubblica, ha fronteggiato con fermezza e linearità periodi tra i più difficili della nostra storia. Da uomo di fede, da antifascista e da costruttore dello Stato democratico, ha espresso al livello più alto la tradizione dell'impegno politico dei cattolici italiani, svolgendo un ruolo peculiare nel partito della Democrazia Cristiana. Mai dimenticando la sua giovanile scelta di magistrato -Oscar Luigi Scalfaro ha avuto sempre per supremo riferimento la legge, la Costituzione, le istituzioni repubblicane. In questa luce sarà ricordato e onorato, innanzitutto da quanti come me hanno potuto conoscere da vicino anche il calore e la schiettezza della sua umanità. Alla figlia Marianna, che gli è stata amorevolmente, ininterrottamente vicina, la mia commossa solidarietà". L'INTERVENTO DI MONTI "Esprimo la partecipazione del governo e mia personale al dolore e al cordoglio di tutto il Paese per la scomparsa di Scalfaro". Lo ha detto il premier Monti in una nota, aggiungendo: "Fu protagonista illustre della politica italiana, esempio luminoso di integrità morale e coerenza". "Ma anche difensore dei valori della Costituzione e contribuì alla nascita e crescita della nostra Repubblica", ha poi concluso. MESSAGGI DEI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO «Uomo di profonde convinzioni , animato da un operoso rigore ideale, il Presidente Scalfaro si è battuto convintamente per tutta la vita per l'affermazione degli ideali in cui credeva e per una Italia sempre più forte, democratica e unita» ha detto il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. «Scalfaro ha caratterizzato con la sua esperienza e la sua dedizione alla cosa pubblica l'intera stagione dell'Italia repubblicana, fornendoci un esempio insostituibile di senso civico» le parole di il presidente del Senato, Renato Schifani.   I FUNERALI I funerali si svolgeranno domani a Roma alle 14 in forma privata in Santa Maria in Trastevere. Il saluto al Presidente Emerito - si legge in una nota - potrà essere reso nella chiesa di Sant'Egidio, sita nella piazza omonima, nella stessa giornata di domani 30 gennaio dalle ore 10.30 alle ore 13.30.  

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