"Schettino perse un'ora. Poteva salvare tutti"
Diecimila euro di risarcimento più le spese legali in favore di ogni passeggero coinvolto nel naufragio della Costa Concordia. Questa la proposta giunta da Astoi e Costa Crociere nel corso della riunione di ieri a Roma. «Si tratta di un'elemosina offerta alle vittime del naufragio - ha detto il presidente Codacons, Carlo Rienzi, che non ha potuto partecipare avendo ricevuto l'invito solo 15 minuti prima dell'inizio dell'incontro -. È assurdo pensare di risarcire con una cifra così misera quei cittadini che a causa dell'incidente hanno rischiato la vita, subendo danni psicologici che si ripercuoteranno per la loro intera esistenza. Non capiamo come si sia potuti arrivare a un indennizzo così assurdo, che sembra rappresentare addirittura un'ingiuria nei confronti dei passeggeri della Concordia, e siamo contenti di non essere stati invitati a questo incontro, perchè di fronte a tale elemosina lo avremmo abbandonato immediatamente». Il Codacons ha invitato pertanto tutti i passeggeri della Concordia a non accettare «la miserabile offerta giunta nel corso della riunione con Astoi e Costa Crociere e ad aderire alla class action avviata dall'associazione, che rappresenta al momento l'unica strada per giungere a risarcimenti proporzionati alla gravità dell'incidente e ai danni realmente subiti dai naufraghi». L'Associazione dei consumatori si è, comunque, messa in buona posizione in quello che sarà il giudizio finale: infatti, il Codacons è stato ammesso come parte offesa nel procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di Grosseto nei confronti di Francesco Schettino e relativo alla tragedia della Costa Concordia. Ne ha dato notizia la stessa associazione, precisando che «il presidente Carlo Rienzi e i consulenti dell'associazione sono stati convocati per oggi alle 9,30 presso gli uffici della Procura del tribunale di Grosseto, in merito all'"Avviso di accertamenti tecnici non ripetibili" e alla nomina come consulente tecnico del prof. Marcello Chiarotti, che dovrà rispondere al seguente quesito: «Si accerti previa analisi dei campioni biologici prelevati il 17 gennaio 2012, l'assunzione da parte di Francesco Schettino di sostanza stupefacente in epoca antecedente il sinistro per cui si procede, riferendo in particolare ove possibile sull'efficacia stupefacente della sostanza e in genere sullo stato di alterazione fisica e psichica correlato all'uso di tale sostanza al momento dei fatti». L'associazione prosegue intanto nella raccolta di adesioni alla class action che a breve partirà negli Usa contro Costa Crociere e contro la Carnival, alla quale hanno già aderito numerosi passeggeri sia italiani che stranieri». E l'azione dei Codacons si sviluppa a raggiera anche sul territorio nazionale: 15 Procure hanno ricevuto un esposto dell'associazione che chiede sia accertato il comportamento delle autorità marittime in occasione dei passaggi ravvicinati alla costa delle navi da crociera. Le Procure interessate sono quelle di Ancona, Bari, Cagliari, Catania, Trieste, Civitavecchia, Genova, Grosseto, Messina, Napoli, Olbia, Livorno, Palermo, Savona, Tempio Pausania. «Noi chiediamo che venga accertato quale sia il comportamento delle autorità marittime, come Guardia Costiera e Capitanerie di Porto, in tali circostanze e le eventuali responsabilità. Chiediamo quindi che vengano sequestrati i dati di passaggi delle navi che negli ultimi anni hanno attraversato le acque di località turistiche famose». Molto incisiva e lodevole anche l'azione avviata a sostegno dei passeggeri da parte della Casa del Consumatore che si è messa gratuitame segnalando sul proprio sito (www.casadelconsumatore.it) la modulistica necessaria. Dal canto suo, il Ministero della Giustizia francese ha annunciato ieri che sarà la Corte di Parigi a occuparsi delle azioni legali intentate da diversi cittadini francesi: in tutto erano 462 sulla Concordia, quattro di loro sono morti. L'ultima rotta della Costa Concordia, l'ultima corsa in vita della nave, è stata ripercorsa oggi. Per provare ad aggiungere un altro tassello al complesso mosaico che possa portare alla verità dentro e fuori un'aula di tribunale. È stata una mattinata di attività investigativa in mare quella che ieri ha vissuto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio. L'obiettivo era vedere dal vivo il tragitto finale della nave la sera di venerdì 13, prima che impattasse contro lo scoglio in superficie e poi naufragasse sulla costa dell'isola del Giglio. A bordo di una motovedetta dell'Arma, Verusio ha ripercorso quell'ultimo tratto di vita in mare della Concordia, ha seguito la parte finale della rotta di quella sera, arrivando a ridosso dello scoglio maledetto. Il tutto mentre a Roma in un'audizione in commissione Lavori Pubblici del Senato il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ammiraglio Marco Brusco, ha sostenuto che la responsabilità dell'incidente «è sicuramente del comandante», il quale peraltro ha perduto un'ora preziosa nell'organizzazione dei soccorsi: se l'allarme fosse stato dato nei tempi dovuti con ogni probabilità non si avrebbe avuto un simile numero di vittime.