Intesa tra i questori. Più soldi ai portaborse
Alla fine i questori della Camera e del Senato hanno trovato l'intesa. Dal 1° marzo la voce «Rapporto eletto-elettori» (3.690 euro al mese per i deputati e 4.180 per i senatori) sarà dimezzata. Gli inquilini di Montecitorio avranno 1.845 euro per pagare iniziative politiche e manifestazioni elettorali. Il resto, cioè altri 1.845 euro, saranno destinati, dopo la presentazione di regolari contratti, agli assistenti. Stessa storia per i senatori: avranno 2.090 euro al mese per le spese mentre altrettanti finiranno nelle tasche dei «portaborse». La voce si chiamerà «Rimborso delle spese per l'esercizio del mandato». Il via libera definitivo è previsto il 31 gennaio alle 17, quando si riuniranno gli uffici di presidenza di Camera e Senato. Migliorerà, dunque, la vita degli assistenti dei parlamentari. Non è un caso che su 630 deputati, i «portaborse» con contratti regolari siano appena 236. Adesso Montecitorio e Palazzo Madama assegneranno i fondi soltanto dopo aver verificato il rapporto di lavoro. Ma sarà preparato anche un testo specifico. «L'idea è quella di presentare una proposta di legge in cui si stabilisce che il contratto che lega gli assistenti ai parlamentari vale solo per la durata della legislatura» spiega il senatore del Pd e questore Benedetto Adragna, ricordando che un provvedimento con le stesse finalità era stato presentato da Franco Marini nella scorsa legislatura in Senato. L'obiettivo è quello di legare per legge il rapporto tra assistente e parlamentare alla sola durata del mandato, per limitare il contenzioso giudiziario che nasce nei casi di assistenti di parlamentari non rieletti. Ma non è tutto. Anche il Senato, come già la Camera, istituisce un registro delle presenze per «premiare» la produttività dei parlamentari non solo in Aula ma anche nelle Commissioni. Ieri i questori hanno stabilito le modalità per il calcolo delle presenze e delle assenze dei parlamentari in Commissione. Il nuovo sistema, che prevede la firma di un foglio presenze pena la comunicazione dell'assenza del senatore ai lavori della commissione, entrerà informalmente in vigore a partire da febbraio. Già ora, tuttavia, i senatori hanno iniziato a fare i conti con il foglio presenze in via sperimentale. L'assenza, se non giustificata dalla presenza in altra commissione o da missioni, viene calcolata a prescindere e non è collegata, come in Aula, al voto. Infine è stato messo a punto il regolamento sul sistema contributivo per il calcolo della quota di pensione di deputati e senatori. L'abbandono del retributivo, e dunque l'addio al vitalizio incassato dopo una sola legislatura, c'è stato il 1° gennaio scorso. Varrà, ovviamente, per i parlamentari eletti nella prossima legislatura. Gli attuali, infatti, anche se al primo mandato, otterranno un assegno un po' più basso (intorno ai 2 mila euro al mese invece di 2.500) ma sempre per tutta la vita. Ma gli uffici di presidenza hanno deciso anche di diminuire del 10 per cento le indennità che si aggiungono allo stipendio «base»: quella di presidente di Camera e Senato, di vicepresidente, di segretario di presidenza e questore, di presidente e vice di Commissione. Poi ci sono i viaggi. La Camera si impegna a risparmiare un milione di euro, il Senato 500 mila, invitando gli onorevoli a razionalizzare le spese, prenotando biglietti in anticipo e possibilmente low cost. Giro di vite anche sulle auto blu. L'indicazione del governo alle amministrazioni locali è di smettere di acquistare macchine. Piuttosto di noleggiarle. Mentre nei ministeri l'auto blu l'avranno in uso esclusivo soltanto il ministro, il vice e i sottosegretari.