L'asta fa il pieno Spread sotto 400
Lospread che scende sotto la soglia psicologica dei 400 punti sulla scia del successo dell'asta di Bot, e poi in serata l'annuncio (peraltro atteso) di Fitch, che declassa di due livelli l'Italia: da A+ ad A- con outlook negativo. Si apre e si chiude così una giornata che ha visto le borse finire in calo perché condizionate dalla trattativa sul debito greco e da flebili dati sul Pil Usa. La giornata inizia bene. Vengono collocati 11 miliardi di titoli, l'intero ammontare dell'offerta a fronte di una domanda più elevata. Il tasso per i Bot a sei mesi cala così dal 3,251 per cento del 28 dicembre all'1,969, ai minimi dall'1,664 per cento dello scorso maggio. Il tasso per i Bot a 12 mesi arretra invece al 2,214 per cento. L'importo offerto è stato di 8 miliardi per i Bot a sei mesi e di 3 per quelli a 12 mesi. Le conseguenze sul mercato del debito non si sono fatte attendere. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti scende sotto quota 400 punti e raggiunge un minimo di 396 per la prima volta dallo scorso 5 dicembre, con il rendimento arretrato al 5,8 per cento. Il ritorno della fiducia degli investitori nei confronti del nostro Paese viene sottolineato, al World Economic Forum di Davos, anche dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. «La prima cosa da fare è combattere le cause della crisi. Questo è stato fatto in molti Paesi. Dove ciò sta avvenendo gli sviluppi dei mercati sono positivi. Questo sta avvenendo in Italia, sta avvenendo in Spagna e osserviamo che la fiducia sta gradualmente ritornando», spiega fiducioso. Sempre da Davos, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, esprime poi l'auspicio che i mercati «si comportino in modo coerente con l'Italia e che riconoscano l'enorme miglioramento che è avvenuto a livello di sostenibilità». I mercati, però, restano in tensione. Sono le complesse trattative sullo swap del debito greco a renderli nervosi. Il cerino è in mano alla Bce: deve decidere se accettare perdite sui 45 miliardi di bond greci che detiene, come chiesto sia dalle banche sia dal Fondo monetario internazionale, che insieme agli altri membri della "troika" è tornato a premere su Atene perché attui le riforme che da tempo gli vengono chieste. Se, infatti, il commissario dell'Unione europea agli Affari Economici, Olli Rehn, prova a rassicurarli parlando di «un'intesa vicina», i mercati restano cauti. Alla fine le borse europee chiudono in rosso (Londra e Milano -1,02%, Parigi -1,32%, Madrid -0,37%, Francoforte -0,43%) e Piazza Affari si allinea con un calo dell'1,02% con i bancari che hanno segnato le peggiori performance in seguito alle prese di profitto degli operatori dopo il rialzo delle ultime sedute. Unicredit maglia nera della giornata nel listino principale. In attesa dei risultati dell'aumento di capitale da 7,5miliardi, l'istituto di Piazza Cordusio chiude la giornata in calo del 4,50% a 3,65 euro. I risultati delle contrattazioni delle Piazza del Vecchio Continente sono in linea con l'apertura di Wall Street, che vede il Dow Jones cedere lo 0,68% per effetto della pubblicazione del dato sul Pil che nel quarto trimestre è cresciuto meno del previsto (+2,8 per cento). «Sono prevalse le prese di profitto da parte degli operatori in scia ai dati deludenti Usa e i conti sotto le attese di Ford e Protect&Gamble - commenta Vincenzo Longo, Market Strategist di IG Markets Italy - Gli investitori, comunque, hanno portato a casa i guadagni delle ultime sedute in vista del weekend e in attesa degli sviluppi provenienti dalla Grecia, dopo che Olli Rehn ha dichiarato che l'accordo è ormai prossimo alla chiusura. Riteniamo che i mercati potrebbero apprezzare se si giungesse a una soluzione prima dell'Eurogruppo di lunedì prossimo». Il mercato, intanto, inizia già a guardare a lunedì quando andranno in asta Btp a medio lungo termine. L'ammontare complessivo dovrebbe essere incluso tra i 5,5 e gli 8 miliardi di euro. Na. Pie.