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Chiesa disponibile sull'Ici. «Ma la decisione è del governo»

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Lospiega il segretario generale della Cei Mariano Crociata: si tratta di «materia di tipo unilaterale e non concordataria, riguarda una legge dello Stato», e alle «leggi si obbedisce». Crociata conferma anche l'appoggio dei vescovi al governo di «buona volontà» di Mario Monti, nell'ottica di sostegno alla politica e alle istituzioni per il bene del Paese. A pochi giorni dal ricevimento per i Patti Lateranensi che vedrà delegazioni del governo e delle istituzioni italiane, della Cei e del Vaticano incontrarsi all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, il segretario generale riassume in conferenza stampa i risultati del Consiglio permanente della Cei appena concluso. È il primo dell'epoca Monti e ha affrontato anche gli echi di una polemica sull'Ici sui beni ecclesiastici, da parte di chi, nella forte crisi economica, denunciava presunte evasioni fiscali della Chiesa. Così il vescovo chiarisce e conferma: la Chiesa non ha privilegi, ha «la volontà e l'intenzione di rispettare le leggi» che in questo caso sono quello sul non-profit, le considera buone leggi perché tutelano «i più deboli e le esigenze delle fasce più emarginate». L'appoggio al governo Monti e la sottolineatura della «importanza del ruolo del Parlamento» si spiegano nella idea di politica per il bene comune cui i vescovi guardano con attenzione, tanto da annunciare per marzo prossimo un incontro nazionale delle scuole di politica. Monsignor Crociata cita anche la riflessione dei cattolici impegnati nel sociale iniziato a Todi nell'ottobre scorso, un cammino, spiega, all'insegna del «soggetto unitario diffuso» come ha detto il presidente Angelo Bagnasco lunedì, aprendo i lavori del consiglio permanente. Tra gli altri temi affrontati dal «parlamentino» dei vescovi italiani, il «secondo passaggio» delle linee guida contro gli abusi sessuali del clero richieste dal Papa a tutti gli episcopati nazionali. Saranno presentate alla assemblea dei vescovi di maggio e si atterranno alla normativa italiana in «particolare per quanto riguarda l'obbligo di denuncia, che non è previsto dalla legge italiana». Altro tema affrontato dai vescovi il dibattito «culturale» sulla difesa della domenica come giorno del riposo.

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